Questa settimana NbaReligion.com vi presenta la terza macro-categoria oggetto di analisi del contest “Commissioner for a day”: Event Management. Molti di voi staranno già lavorando alacremente al progetto sulla scorta delle indicazioni e, si spera, degli spunti forniti. Prima di cominciare, dunque, vi annunciamo con piacere che, come comunicato dagli organizzatori, il vincitore del contest si unirà al team di lavoro della rinnovata Summer League 2018, partecipando in prima persona al dietro le quinte dell’evento.
Alla palla a due di una partita dal vivo l’emozione si fa sentire e salgono palpitazioni e adrenalina. Lo spettacolo ha il suo culmine nelle gesta dei giocatori sul parquet, ma tutto ciò che ruota attorno a esso ha estrema rilevanza e ne garantisce la buona riuscita. Diamo uno sguardo a come la NBA si sta muovendo in quest’ambito.
In primo luogo, per offrire la miglior esperienza possibile ai tifosi non si può prescindere da un adeguamento costante delle infrastrutture. In tal senso la NBA sta vivendo un periodo di grandi sconvolgimenti e diverse franchigie hanno presentato piani di ammodernamento o ricostruzione dei propri palazzetti. A partire dal 2012-13, con il passaggio a Brooklyn, i Nets inaugurarono il Barclays Center, e molte squadre hanno investito su questo fronte: dal 2016 i Kings giocano al Golden 1 Center, voluto fortemente dal neo proprietario Vivek Ranadivé, i Detroit Pistons hanno recentemente fatto le valigie spostandosi downtown e salutando lo storico Palace of Auburn Hills, unica struttura assieme al Garden di New York ad avere sempre mantenuto la denominazione originale. I Bucks si congederanno dal Bradley Center al termine di questa campagna Playoff, gli Warriors, due anelli nelle ultime tre annate, si sposteranno di poche miglia, da Oakland a San Francisco, a partire dal 2019 e i Clippers stanno valutando di non rinnovare l’accordo con lo Staples Center, scadenza 2024; senza contare Seattle, che ancora non ha digerito la scomparsa dei Sonics.
Il panorama risultante è assai variegato ma serve a ribadire la centralità di programmazione e investimenti a trecentosessanta gradi. Per aumentare il coinvolgimento dei tifosi accorsi ad assistere all’incontro, molte squadre hanno puntato sull’installazione di massicce reti WiFi incentivando partnership con compagnie di alta tecnologia (vedasi l’accordo tra BriziCam e i Blazers). Anche la vendita dei biglietti va in una direzione di semplificazione e immediatezza: già nel corso di questa stagione i Miami Heat hanno sperimentato la vendita di biglietti di accesso all’American Airlines Arena – parcheggio incluso – via mobile, con risultati soddisfacenti. Matthew Jafarian, vice-presidente della franchigia nell’ambito delle strategie digitali e dell’innovazione, ha commentato così la scelta:
“La gestione dei biglietti via mobile è garanzia dell’autenticità del biglietto e la via più semplice per trasmettere quest’ultimo ad amici o, eventualmente, rivenderlo.”
Sempre via app, è possibile coordinare ordinazioni di cibi, bevande e gadget all’interno dell’arena.
Sulla stessa lunghezza d’onda operano anche altre organizzazioni. È il caso di Hornets e Minnesota T’Wolves. Di seguito le dichiarazioni di Laura Meyer, Vice President of Business Intelligence di T’Wolves e Lynx (squadra Campione WNBA dove milita la nostra Cecilia Zandalasini):
“Il nostro obiettivo è dare alla gente ciò che chiede […] I dati ci dicono cosa la gente preferisce, al di là di ciò che succede sul campo. […] Il nostro brand sta cercando di portare avant molti progetti che non hanno nulla a che fare con la partita in senso stretto.”
Per chi non fosse sazio dopo 48 o più minuti di pallacanestro celestiale, sappiate che le squadre stanno investendo risorse per stuzzicare il vostro palato: Ad Atlanta per citare una fra queste, potete assaggiare dei tacos con grilli conditi con cumino, coriandolo e guarniti da cipolla e lime. L’idea è venuta a Joe Schafer, executive Chef delle hospitality della Philips Arena:
“Andare alle partite costa molti soldi, vogliamo che l’esperienza [nel suo complesso] ne valga la pena.”
Vale sicuramente la pena seguire l’iniziativa “Commissioner for a day” su Twitter e Instagram