Il due volte MVP, nonostante il suo ritorno, non viene selezionato nel quintetto titolare da parte di Steve Kerr, intenzionato a lasciargli ancora un minutaggio limitato per evitare ricadute.
La gara inizia con i Golden State Warriors che, nonostante un eccellente Andre Iguodala, partono per l’ennesima volta con il freno a mano tirato, lasciando il pallino del gioco ai New Orleans Pelicans, che sembrano riuscire a scavare un leggero vantaggio sui padroni di casa grazie sopratutto alle scorribande di Jrue Holiday ed Anthony Davis.
Il momento clou arriva però all’ottavo minuto, quando Stephen Curry, appena entrato, decide di chiedere scusa al suo pubblico per l’attesa patita, realizzando una delle sue proverbiali triple che accendono la Oracle Arena in un tripudio di gioia
Da quel momento, gli Warriors si rimettono in carreggiata, riportando un sostanziale equilibrio tra le due franchigie in lotta.
Nel secondo quarto, gli Warriors tornano a condurre la gara grazie ad una penetrazione di Stephen Curry, e dopo alcuni cambi di vantaggio grazie ad un Rajon Rondo particolarmente ispirato, le squadre tornano negli spogliatoi sul risultato di 55-58 grazie ad una tripla allo scadere di Klay Thompson.
Nel terzo quarto si accendono le triple per entrambe le franchigie, e nonostante diverse stoppate da parte di Kevin Durant e Anthony Davis, la schermaglia non decreta alcun vincitore, con le squadre divise da ancora solo 3 punti.
L’ultimo quarto di gara si rivela essere una fotocopia del precedente, con Golden State che preme l’acceleratore negli ultimi cinque minuti di gara per aggiudicarsi la partita.
I Golden State Warriors vincono anche Gara 2, e con la trasferta in Louisiana alle porte, non possono fare altro che sorridere per aver ritrovato il proprio beniamino, autore di una prestazione da 28 punti, 7 rimbalzi e 2 assist, considerata ulteriormente monstre per essere arrivata in soli 27 minuti.
Commento