I San Antonio Spurs sono in una fase nuova e imprevista della propria storia recente (se gli ultimi 20 e passa anni si possono definire “storia recente”). La franchigia texana è uscita prematuramente, rispetto alle abitudini, dai Playoff; nonostante una regular season per certi versi sorprendente (chiusasi col settimo posto a Ovest, in contumacia Kawhi Leonard e coi vari Kyle Anderson, Davis Bertans, Dejounte Murray e compagnia che si sono conquistati minuti importanti forse prima di quanto preventivato).
L’unico vero innesto di qualità degli Spurs nel corso della off-season passata è stato quello di Rudy Gay, che a San Antonio è diventato un sesto-settimo uomo di lusso, impiegato prevalentemente da ala grande. Gay ha messo a referto 11.5 punti e 5.1 rimbalzi di media in sole 57 partite disputate (è stato, come spesso gli accade, vittima di infortuni), giocando 21.6 minuti a gara. L’ex Grizzlies, Raptors e Kings, che ha una player-option da 8.8 milioni per il 2018-2019, non è certo di esercitarla. Prima ha intenzione di capire, giustamente, in che direzione si muoverà il progetto Spurs.
Spurs-rebuild?
Queste le parole di Gay in merito:
“Quando verrà l’ora sarò pronto, adesso non è il momento. Sto seguendo i Playoff in tv e a breve andrò in vacanza, tornerò a pensare al mio futuro cestistico al ritorno. In estate voglio lavorare per tornare a essere il miglior me. In questa stagione non sono mai stato al massimo fisicamente. Ho cercato di compensare con l’impegno e il gioco duro, ma voglio ritrovare anche la condizione fisica.”
Gli Spurs, invece, vogliono ritrovare il bandolo della matassa. Notissimo ed enigmatico caso-Leonard a parte, resta da vedere che faranno i veterani Tony Parker e Manu Ginobili (potrebbero anche ritirarsi entrambi) e va capito se da un core di giovani Murray-Anderson-Bertans-Forbes si possa tirar fuori qualcosa di competitivo in ottica futura. È probabile che San Antonio, che dal 2015 e dall’acquisizione di LaMarcus Aldridge è sostanzialmente immobile sul mercato, viva una off-season più dinamica del solito. Che Rudy Gay torni o meno nel 2018-2019, il roster Spurs subirà – quasi sicuramente – almeno una riverniciata.
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