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Sette meravigliose Conference Finals NBA

Choke City: OKC regala le NBA Finals a Golden State (NBA Western Conference Finals 2016)

Credits: washingtonpost.com

Se volete una definizione di choke e vi siete stancati di vedere le Finals 2016, bisogna ammettere che Western Conference Finals dello stesso anno non sono niente male. Curry e compagni subiscono il gioco arrembante di OKC e la straordinaria difesa targata Adams-Roberson e vanno sotto 3-1. OKC spreca il primo match point, e ci può stare. Il secondo choke, però, è di proporzioni epiche.

I Thunder, avanti di 7 a 5 minuti dalla fine, si sciolgono come neve al sole dopo la tripla contestata messa a segno da Klay Thompson. È lo spartiacque di una serie che diventa improvvisamente favorevole per gli Warriors: sfruttando le sei palle perse negli ultimi tre minuti da OKC i Dubs rimontano e vanno a vincere per pareggiare i conti sul 3-3. I Thunder non si riprenderanno, Gara 7 sarà ancora dei ragazzi di Oakland. Una rimonta incredibile, un’enorme opportunità gettata al vento da un OKC che vedrà, di lì a poco, la dipartita di una delle sue più belle creature: Kevin Durant.   

Miller e Smits, oppositori del regime di His Airness (NBA Eastern Conference Finals 1998)

Credits: youtube.com

Jordan è a 5 titoli e pretende il sesto. In finale di conference a pararsi di fronte a His Airness sono degli agguerritissimi Pacers, arrivati terzi a Est e desiderosi di porre fine all’egemonia di MJ. Dopo un botta e riposta al cardiopalma fra casa e trasferta (da 2-0 a 2-2 con i Pacers a vincere Gara 3 e 4 di soli due punti) l’alternanza continua anche in Gara 5 e 6, con quest’ultima vinta ancora di misura dai Pacers (3 punti) che in questo modo forzano un’incredibile ed inaspettata Gara 7.

Anche con un Jordan non in grande spolvero (28 punti ma con 9/25 dal campo), i Bulls hanno dovuto fare forza sulla loro insana voglia di vincere per poter ribaltare una situazione che, a sette minuti dal termine, si faceva più che complicata vedendo i Pacers avanti di 3. Lì dove i Pacers più avrebbero avuto bisogno dei loro trascinatori, sono totalmente venuti a mancare Miller e Smits, mentre la forza di volontà di Chicago è emersa dal nulla, malgrado il 15/43 combinato di MJ e Pippen.

Lotta a rimbalzo, second chance, immensa voglia di inanellare un altro three-peat e di andare, per farcela, alle NBA Finals. Cosa può fare la volontà, lo sappiamo proprio grazie a questa partita.

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