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Road to Draft 2018: Robert Williams

Robert Williams, ala-centro proveniente da due stagioni a Texas A&M, è un nome da seguire con attenzione

Squadra:Texas A&M (Sophomore)

Ruolo: Power Forward/Centro

2017-18 Stats Per Game:

Pts TotRebs DefRebs OffRebs Asts Stls Blks FG% 3pts FG% Ft%
10.4 9.2 6.9 2.4 1.4 0.8 2.6 63.2 .000 47.1

2017-18 Advanced:

Ast% Reb% OffReb% DefReb% TO% Usg% Blk% eFG% TS%
10.8 18.9 10.2 26.8 17 19 10.4 63.2 61.4

 

L’abbiamo già ripetuto durante questa rubrica, il Draft in arrivo, oltre che essere uno dei potenzialmente più ricchi di talento del nuovo millennio, presenta una maggioranza di giocatori di valore nella zona del frontcourt (ali grandi e centri, quindi prevalentemente lunghi). Oltre ai nomi più inflazionati come DeAndre Ayton, Mo Bamba e Jaren Jackson Jr., uno dei profili più interessanti è sicuramente quello di Robert Williams.

Proveniente da due stagioni complete a Texas A&M, e quindi non parte dei più gettonati one&done, Williams è un’ala-centro di 206 cm per 107 kg con una fisicità straripante, che nelle stagioni al college lo ha reso un formidabile attaccante del ferro e un giocatore dalle spiccate capacità sia nelle difesa del ferro stesso che del perimetro, grazie a una rapidità di piedi invidiabile per un fisico così imponente. Da verificare la capacità di difendere fisicamente contro i lunghi NBA, ma essendo nel middle of the pack del primo giro ci sono tutte le carte in regola per un giocatore potenzialmente fondamentale anche nel quintetto base di una squadra da Playoff (tra qualche anno, e non con ruolo primario in fase offensiva).

 

Punti di forza

Come detto in apertura, il centro del gioco di Williams parte inevitabilmente dagli straordinari mezzi fisici a disposizione. Sebbene l’altezza non sia standard per un giocatore che con ogni probabilità verrà utilizzato da centro in NBA (206 cm lo rendono un po’ sottodimensionato), l’esplosività muscolare a disposizione e il bisogno di pochissimo spazio per prendere il volo lo rendono una minaccia costante tanto nella metà campo offensiva quanto in quella difensiva.

Nonostante la corporatura massiccia Williams è in grado di correre sul parquet, passando velocemente da difesa ad attacco e diventando il principale bersaglio per i lob dei compagni. Durante l’ultima stagione a Texas A&M ha concluso con 1.44 punti per possesso al ferro (70%). 

Oltre che correre per offrire conclusioni al ferro in contropiede Williams è anche un’arma fruibile per i suoi nell’uso del pick-and-roll, con capacità di capire in anticipo le intenzioni del compagno e arrivare fuori portata per la difese grazie all’elevazione spropositata.

E’ un attaccante tendente alla monodimensionalità, ma il suo atletismo può essere usato per aggiungere varietà all’attacco della squadra.

Per quanto riguarda le conclusioni non nelle immediate vicinanze del ferro, Williams ha dato prova di voler provare a sviluppare un tiro dalla media, senza però usarlo troppo spesso durante la stagione e dimostrando una meccanica di tiro ancora tutta da costruire, alla ricerca di un movimento più fluido e meno dettato da schemi fissi di insegnamento. Passando nella metà campo difensiva, invece, viene fuori l’altro aspetto predominante del gioco di Williams, ossia la protezione sia del ferro che del perimetro grazie alla capacità di contrastare praticamente qualsiasi tipo di conclusione.

Durante la stagione 2017-18 ha fatto registrare 4.1 stoppate per 40 minuti, che lo rendono una presenza fondamentale per i suoi. Con lui in campo, Texas A&M ha concesso agli avversari solamente 90.2 punti per 100 possessi, uno dei migliori Defensive Rating tra i prospetti in arrivo (quello di Bamba, unanimemente riconosciuto come il miglior difensore del Draft, è 89.6, vicinissimo).

Williams è un’arma fondamentale anche a rimbalzo, non ha grande senso della posizione ma l’esplosività muscolare lo rende comunque un incubo: 13.1 rimbalzi a partita per 40 minuti al college, ottavo tra i cento migliori prospetti della nazione. 

È il secondo tra i migliori 100 prospetti nelle stoppate, che come detto rappresentano l’ancora principale del suo tremendo potenziale difensivo.

Oltre a essere in grado di uscire per intercettare i jumper – come nella prima parte del video – riesce a cambiare sui blocchi e seguire gli esterni dal perimetro fino in area, costringendoli a uno scarico per non essere stoppati.

Punti Deboli

Dal punto vista offensivo il più grande limite di Williams è la monodimensionalità del suo attacco. Sta provando a migliorare la pericolosità dal perimetro come menzionato sopra, ma nell’ultima stagione ha provato soltanto 47 jumper, mandandone a bersaglio 9 (le cose non migliorano in lunetta, dove nel 2017-18 ha concluso con un misero 48%).

Altro aspetto importante da migliorare è quello delle palle perse, perché per quanto vero sia che la visione di gioco di Williams e la sua attitudine al passaggio risultano notevoli per un lungo atletico, le 2.8 palle perse per 40 minuti sono decisamente troppe.

Ha una confidenza quasi irrazionale nel proprio tiro dalla media, e i risultati parlano troppo spesso di un tiratore ancora molto acerbo.

Non è ancora particolarmente affidabile attaccando dal post, sia alto che basso, e il fatto di essere qualche centimetro più basso di quasi tutti i centri avversari lo porta a cercare soluzioni alternative fuori dalla sua portata tecnica (almeno per il momento).

Se non riesce ad arrivare subito alla conclusione sembra andare nel panico, cerca improbabili finte e perde palle banali.

I dubbi più grandi restano quelli sulla sua capacità di scontrarsi con i lunghi NBA, più avanti di lui fisicamente e che non necessariamente saranno messi in difficoltà dalle possibilità fisiche di Williams. Se contenere centri come Al Horford o DeAndre Jordan potrà essere un’impresa più che ardua dal punto di vista difensivo, attaccarli potrebbe essere un compito ancora più impegnativo.

 

Upside

I margini per diventare un giocatore importante anche in NBA comunque sono consistenti, perché un lungo in grado unire tale esplosività muscolare a una grande versatilità difensiva potrebbe risultare molto richiesto, specie viste le indicazioni sui sistemi difensivi che si sono sviluppati nelle ultime settimane con i Playoff (esempio: l’intensità e sistematicità dei cambi sui blocchi con cui gli Houston Rockets hanno messo in grande difficoltà i Golden State Warriors nelle Western Conference Finals). Lavorando sulla maturità delle scelte dal punto di vista offensivo, ci sono i margini per creare un lungo a-la-Clint Capela anche senza lo sviluppo di un jumper affidabile (cercando comunque di migliorare le tremende percentuali ai liberi).

 

Draft Projection

I più recenti Mock Draft lo danno (circa) alla numero 15 del primo giro, scelta che appartiene ai Washington Wizards. Il matrimonio tra Williams e la squadra allenata da Scott Brooks, in realtà, apparirebbe come una delle soluzioni più logiche del Draft in arrivo, dando la possibilità all’ex coach di OKC di avere finalmente un lungo giovane e di prospettive sui cui lavorare per renderlo, un domani, colonna portante del quintetto ed erede di Marcin Gortat (ammesso che quest’ultimo sia agli Wizards anche l’anno prossimo).

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