I primi segnali sono arrivati in serata dal suo compagno di squadra Russell Westbrook, tornato dal nulla ad Oklahoma City per organizzare una festa; una festa che non poteva che essere quella per il suo compagno di squadra Paul George che ha deciso di rimanere con i Thunder, firmando un rinnovo da $137 milioni per i prossimi quattro anni.
Il contratto al massimo salariale siglato dall’ex Indiana Pacers comprende anche una player option per l’ultimo anno.
Dopo un’annata altalenante e con la cocente delusione dell’eliminazione ai Playoff contro gli Utah Jazz, PG ha quindi deciso di non abbandonare la nave e continuare il progetto iniziato l’anno scorso insieme a Westbrook e a Carmelo Anthony che ha deciso di esercitare l’opzione sul suo ultimo anno di contratto.
Vista la situazione salariale e l’ulteriore rinnovo di Jerami Grant ($27M per tre anni a lui), il roster di OKC dovrebbe rimanere piuttosto invariato, con l’aggiunta del ritorno di Andre Roberson, grave assenza la sua durante i Playoff, principalmente nella metà campo difensiva. Il totale stipendi di OKC si attesta così a 157 milioni di dollari con 11 giocatori a roster ma, secondo le regole del salary cap, la luxury tax sarà pesantissima (circa 130 milioni di dollari) e lieviterà i costi complessivi da pagare per il mantenimento di una squadra così importante. Mai prima d’ora una squadra NBA ha avuto all’attivo una luxury tax così alta.
Niente casa e niente Los Angeles Lakers quindi per il prodotto di Fresno State, con i gialloviola che secondo i rumors starebbero virando su DeMarcus Cousins come terzo big da affiancare a LeBron James e Kawhi Leonard (entrambi obiettivi primari del GM Magic Johnson durante questa free agency), provando a scavalcare i New Orleans Pelicans che vorrebbero riportare tenere l’ex Sacramento con loro in Louisiana.
Nell’ultima stagione ha chiuso a 21.9 punti di media, con 5.7 rimbalzi e 3.3 assist, tirando con il 40% da tre punti
A George non resta quindi che godersi la festa organizzata in villa dal suo compagno di squadra e continuare nel progetto di maturazione che potrebbe potenzialmente portare i Thunder ad essere una franchigia d’élite nella Western Conference per i prossimi anni.
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