Per Magic Johnson, Presidente delle basketball operations in casa Lakers, il primo giorno di free agency è iniziato in netto anticipo rispetto ai colleghi.
Per riuscire a strappare LeBron James all’Ohio (e alle altre pretendenti) infatti l’Hall of Famer si sarebbe appostato davanti a casa James già alle prime luci di sabato 30 Giugno, attendendo in macchina oltre un’ora prima di poter entrare e parlare a quattrocchi con il Re.
“Il nostro è stato molto più che un semplice colloquio di lavoro,”
ha spiegato Johnson ai microfoni di Spectrum SportsNet.
“Insomma, non c’è stato nemmeno bisogno che gli parlassi della franchigia. Non serviva sentisse nulla del genere, dato che conosce la nostra squadra forse meglio di me. Mi ha elencato tutto il nostro roster, con tanto di punti di forza e di debolezza.
Io e LeBron siamo due ragazzi molto simili, entrambi dal Midwest e cresciuti in povertà. Ma amiamo competere, amiamo vincere e lo abbiamo fatto giocando ai livelli più alti possibili. Dal primo momento in cui ho varcato la porta di casa sua ci siamo capiti al volo: eravamo solo due ragazzi che parlavano liberamente di basket, ed è questo ciò che adoro di lui.”
Alle 16.30 del giorno dopo – il primo di Luglio – squilla il cellulare di Rob Pelinka, GM dei Lakers:
“Ho ricevuto un messaggio da Rich Paul (agente di LeBron), diceva solamente ‘Congratulazioni’ e aveva dei palloncini in allegato. È stato uno di quei momenti della vita che non dimenticherai mai.”
Queste le parole del General Manager di L.A., che ha poi confermato il fatto della mancanza di particolari festeggiamenti per la firma del contratto di James, avvenuta lo scorso lunedì:
“A LeBron non interessa festeggiare la firma di un contratto. L’unica cosa che vuole festeggiare è la vittoria del Titolo, e ce lo ha fatto capire chiaro e tondo.”
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