La scelta di LeBron di accasarsi ai Los Angeles Lakers è senza dubbio la mossa di mercato dell’estate (Cristiano Ronaldo permettendo). Dopo quattro stagioni con i Cavs, culminate in un titolo e tre sconfitte alle Finals, James ha deciso di trasferirsi per la terza volta in carriera, scegliendo di approdare nell’assolata California. Rich Paul, agente di LeBron James, ha provato a spiegare la scelta del suo assistito, paragonandola anche alle due fatte in precedenza, la Decision e il Coming Home:
“Nel 2010, quando andò a Miami, era per vincere dei campionati. Nel 2014, quando ritornò a Cleveland, fu per mantenere fede alla promessa fatta. Nel 2018, è stato semplicemente ciò che voleva.”
Nessun motivo particolare avrebbe quindi spinto James a firmare per i Los Angeles Lakers. Il tanto agognato anello è arrivato già ai tempi della Florida, mentre nel 2016 è riuscito a consegnare alla città di Cleveland un titolo sportivo che mancava da più di cinquant’anni.
Comprensibile quindi che LeBron abbia deciso innanzitutto di monetizzare, provando a cambiare aria. Quella dell’Ohio, specialmente dopo l’ultima stagione, era diventata davvero pesante. Una scelta che è quindi un misto tra interessi economici, sportivi e familiari, senza che nessuno dei tre abbia prevalso davvero.
Rich Paul ha poi negato le voci che vedevano nella scelta di L.A. un interesse ad espandersi nel campo dell’intrattenimento o le presunte intenzioni di LeBron di creare dal nulla un nuovo superteam.
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