In estate Tony Parker ha lasciato San Antonio dopo 17 stagioni ricche di successi. Un arrivederci sicuramente doloroso, ma non del tutto inatteso.
CHIUDERE IL CERCHIO
Il franco-belga è stato recentemente ospite della trasmissione l’Expresso in onda su BeIn Sport e ne ha approfittato per chiarire la propria posizione:
“È strano. Bisogna che mi abitui ai miei nuovi colori. Fa strano vestire blu e viola quando hai giocato in bianco e nero per 17 anni. È vero che ho vissuto dei momenti incredibili con gli Spurs, ma avevo voglia di cambiare e voglia di una nuova sfida. Quando Michael Jordan, il mio idolo, mi ha chiamato, mi son detto… andiamo. […] Per me, completare la carriera nel suo club è come chiudere un cerchio. È qualcosa di speciale perché lui mi ha spinto a giocare a pallacanestro.”
Nei confronti degli Spurs nessun rancore:
“La mia maglia sarà certamente ritirata a San Antonio, ma è per questo che c’è stato un piccolo malinteso […]. Loro dicevano che avrei chiuso la mia carriera a San Antonio, ma io volevo lasciar intendere che lì ritireranno la mia maglia. […] Farò due anni a Charlotte e poi lascerò. Gli Spurs mi proponevano gli stessi termini contrattuali di Charlotte, ma non era una questione di soldi. È importante che la gente lo sappia perché molte persone se la sono presa con gli Spurs pensando che non mi avessero offerto questo o quello. Mi è stato proposto qualcosa di simile, ma non volevo finire a fare l’assistente allenatore, che era ciò che mettevano sul tavolo. Ho scritto per questo motivo la lettera d’addio a San Antonio, volevo che ci si concentrasse sui 17 splendidi anni passati assieme piuttosto che sulla fine della carriera.”
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