Seguici su

Milwaukee Bucks

Milwaukee Bucks Preview: Il momento di diventare grandi

Un super allenatore, uno dei front runner alla corsa per l’MVP, un roster con tanto talento ancora inespresso. Quella dei Bucks sembra essere (finalmente) la stagione della maturazione definitiva

Punti forti e punti deboli

Se nel tuo roster è presente uno dei legittimi candidati all’MVP da qui ai prossimi 10 anni allora non è possibile menzionare qualsiasi altro aspetto prima di lui. Giannis Antetokounmpo ha chiuso la scorsa regular season con il terzo PIE – Player Impact Estimate, la percentuale di eventi di una squadra che un giocatore realizza – dell’intera lega (18.9%, dietro a LeBron James e Victor Oladipo), ampiamente oltre quel 10% con cui viene indicato dalla stessa NBA il giocatore medio. La stagione 2017-2018 è stata la miglior stagione personale dal punto di vista di quasi tutte le statistiche, senza contare che nei Playoff è stato in grado di elevare ulteriormente il suo gioco chiudendo la serie contro la difesa dei Celtics, a.k.a. una delle migliori dell’intera lega e con addosso il miglior vestito possibile per l’occasione, con 25 punti, 9 rimbalzi , 6 assistenze e il 57% dal campo di media.

La differenza tra avere Antetokounmpo in campo o pure no vale un differenziale di 9 punti su 100 possessi: se il Net Rating ha fatto registrare un saldo positivo di 3.5 punti quando il greco è in campo, il dato precipita ad un dolorosissimo -5.5 quando si è seduto in panchina. Importante anche la differenza che imprime sulla capacità della squadra di andare a rimbalzo. Con Giannis in campo i Bucks conquistano il 49.1% dei rimbalzi disponibili, tra cui il 76.9% di quelli difensivi. Due dati che peggiorano sensibilmente quando il greco è in panchina visto che tali percentuali scendono rispettivamente a 46.4 e a 73.7. Proprio la capacità della franchigia del Wisconsin di catturare le carambole è uno dei loro principali difetti. Nonostante la presenza del greco, infatti, i Milwaukee Bucks sono stati la peggior squadra in NBA per numero di rimbalzi presi a partita. Una lacuna facilmente riconducibile alla scarsa attitudine al rimbalzo del personale incaricato di proteggere il pitturato.

Prima sono in due ma Adams gli mangia in testa, poi Snell se ne va, poi Maker salta a caso, poi Adams ne schiaccia due comodi. Insomma, male.

Nei pressi del ferro si sono sostanzialmente alternati Henson, Maker, Parker, Zeller e Snell, oltre al #34 del cui impatto abbiamo già parlato. Tra i  giocatori ruotati nelle posizioni di 4 e 5, Henson e Zeller sono gli unici che registrano un impatto positivo sulla capacità di squadra di raccogliere i palloni respinti dal ferro (rispettivamente +4.0 e +4.7), seppur il campione di Zeller sia così ristretto (poco più di 400 minuti in stagione) da impedire di considerarlo un vero fattore a rimbalzo. Tutti gli altri hanno abbassato la percentuale di palloni catturati quando hanno messo piede in campo. Un problema non da poco per i Bucks, 19esima squadra della lega per numero di rimbalzi offensivi concessi a partita e 21esima per punti concessi provenienti da una seconda chance. Per risolvere questo problema il front office punta moltissimo sulla capacità del nuovo coaching staff di creare un sistema in grado di mascherare i difetti dei singoli. La rivoluzione, infatti, più che del personale addetto, dovrà arrivare grazie a tutta la squadra. Ilyasova e Brook Lopez – rispettivamente 53esimo e 132esimo giocatore per numero di rimbalzi a partita nel 17/18 – infatti, non sono due grandi rimbalzisti e la loro aggiunta potrebbe aumentare ulteriormente la porosità sotto canestro dei Bucks.

I due nuovi lunghi sono stati arruolati per risolvere l’altro problema atavico dei Bucks, ovvero la capacità di aprire il campo alle penetrazioni dei vari Giannis, Middleton, Bledsoe e Brogdon, una complicazione ormai impossibile da ignorare. Complessivamente i Bucks sono stati la 25esima squadra NBA per triple tentate, la 22esima per percentuale di realizzazione. Il miglior giocatore di rotazione da dietro l’arco è stato Tony Snell, nonché l’unico a tirare con almeno il 40% dall’arco, seguito da Brogdon (38.5%) e Parker (38.3%). Due più che discreti giocatori in situazioni di catch-and-shoot come Ilyasova (38.8% su tre tentativi da tre punti in queste situazioni) e Lopez (34.1% su 4.2 tentativi) aggiungono una dimensione al gioco dei Bucks impossibile da sperimentare fino ad oggi. Se fino alla passata stagione i lunghi potevano stare comodamente in area ad aspettare il fenomeno greco nei pressi del ferro, da quest’anno saranno costretti a prendere la decisione di staccarsi da un tiratore quantomeno affidabile. Considerata la già straordinaria efficacia raggiunta da Antetokounmpo in aree più trafficate di Los Angeles nell’ora di punta è impossibile non considerarlo un serissimo candidato alla vittoria del premio di Most Valuable Player ora che potrebbe essere circondato da compagni con le caratteristiche ideali.

Quello tra Bud e Ilyasova è uno di quegli amori lì, quelli che non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano.

L’altro grande innesto della post-season è stato Donte DiVincenzo. Il rookie proveniente da Villanova, anch’egli un buonissimo tiratore al college (40.1% di media), è stato selezionato dopo aver fatto saltare totalmente il banco nella finale NCAA chiusa a quota 31 punti. Uno scorer in grado di cambiare difensivamente, creare saltuariamente dal palleggio e garantire le spaziature corrette in attacco. Caratteristiche che si sposano perfettamente con le necessità della squadra e per cui potrebbe guadagnare in breve tempo un posto importante in rotazione, soprattutto considerando la straordinaria capacità di Budenholzer e il suo staff di lavorare con i giovani.

Come coach Bud riuscirà ad amalgamare il proprio stile di gioco fatto di circolazione palla e collaborazione ad un roster abituato a faticare moltissimo negli attacchi a metà campo è uno dei quesiti più affascinanti dell’intera stagione, a causa delle grande potenziale ancora inespresso da questo core. Con 328.7 passaggi a partita i suoi Hawks sono stati la seconda squadra della lega nel muovere il pallone; i Bucks, all’opposto, hanno fatto registrare 284.6 passaggi a partita, un numero che li posiziona al 23esimo posto di questa speciale classifica. Se gli assist di squadra si sono quasi equivalsi (23.7 vs 23.2) non è un caso che i potential assist degli Hawks siano di quasi 4 punti superiori  a quelli dei Bucks (46.2 vs 42.8). Immaginare applicata ad un roster dal talento complessivo infinitamente superiore la circolazione mostrata ad Atlanta negli ultimi anni è un esercizio che accresce di molto l’hype che gira attorno alla franchigia.

Milwaukee è invece da anni una delle squadre della NBA che spesso e volentieri vola in transizione. Secondi solo ai Thunder per palloni rubati a partita (8.8) e terzi dietro Thunder e Pacers per deflections (15.7), in transizione i Bucks sono stati: terzi per punti complessivi realizzati, secondi per numero complessivo di possessi giocati e quarti per percentuale dal campo. Gli Hawks, invece, sono stati tra le squadre che, nonostante il buon numero di palloni rubati (7.8, 12esimi nella lega), sono andate meno volentieri velocemente nella metà campo avversaria (26esimi per numero di transizioni giocate). Viste le grandi potenzialità del roster di Milwaukee in questo aspetto del gioco sembra difficile che Bud decida di porre un freno eccessivo ai suoi.

Middleton scassina la cassaforte, Giannis e Brogdon mettono in banca la refurtiva.

Per ultimo, come sempre gli accade, ricordiamo che in questo roster è presente Khris Middleton, un giocatore capace di chiudere la stagione regolare con 20 punti, il 46.6% dal campo, 5 rimbalzi e 4 assistenze di media. Solamente 6 giocatori all’interno della lega sono stati in grado di tenere queste medie. Gli altri cinque sono LeBron James, Giannis Antetokounmpo, Kevin Durant, Victor Oladipo e Jimmy Butler. Ai playoff ha elevato ancora il suo livello di gioco, chiudendo con 24 punti, il 59.8% dal campo (!), il 61% da 3, 5 rimbalzi e 3 assistenze di media. Sapete chi altro è riuscito a chiudere con queste medie gli scorsi Playoff? Nessuno. Quanto Khris Middleton sia poco considerato in relazione al talento e all’impatto che ha sul gioco rimane uno dei misteri della NBA attuale.

 

Scenario migliore

Il feeling tecnico tra le due stelle della squadra e i nuovi arrivati sboccia immediatamente e la stagione dei cervi del Wisconsin è una sempiterna primavera. Il maschio alfa greco ruba la scena notte dopo notte, chiudendo a 29-9-7 di media e mettendo a ferro e fuoco gli altri 29 palazzetti in America. Middleton continua a venire ignorato dalla grande maggioranza dei tifosi ma finisce per essere il Robin perfetto per l’MVP Antetokounmpo. I Bucks si giocano fino alla fine il seed #2 con Toronto e Philadelphia e finiscono per la prima volta tra le teste di serie del tabellone. Liquidati i Wizards con un netto 4-1 al primo turno, i Bucks danno vita ad una delle migliori serie di Playoff della stagione contro i Sixers uscendone da vincitori dopo sette riprese. Lo scoglio Boston Celtics in finale di Conference risulta essere troppo grande per essere superato ma l’entusiasmo che si respira attorno ai Bucks convince Middleton ad esercitare la player option da 13 milioni pur di concedersi la rivincita l’anno successivo.

Scenario peggiore

Le lacune vengono colmante solo in parte e la difesa dei Bucks, nonostante alcuni piccoli segnali positivi, continua a non essere all’altezza di un attacco stellare. Qualche piccolo infortunio toglie sicurezze alla squadra e gli impedisce di trovare una rotazione stabile con cui assimilare al meglio i principi di gioco di coach Bud. I Playoff non sono mai in discussione ma ancora una volta viene mancato il fattore campo. L’accoppiamento sfavorevole contro dei Toronto Raptors lanciatissimi dopo il rientro al 100% di Kawhi Leonard produce l’ennesima bruciante eliminazione al primo turno. Middleton rifiuta saggiamente i 13 milioni di PO e va alla ricerca di un contratto molto più remunerativo che troverà in luoghi ben più fascinosi del Wisconsin. #FreeGiannis diventa realtà.

Pronostico

Quarto posto nella Eastern Conference, Giannis secondo solo a uno tra LeBron James e Kawhi Leonard nella corsa all’MVP e primo turno di Playoff superato in carrozza.

2 di 2Successivo
Clicca per commentare

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Advertisement
Advertisement
Advertisement

Altri in Milwaukee Bucks