La rincorsa ai Playoff dei Lakers è ufficialmente ricominciata questa notte col ritorno in campo, un po’ a sorpresa, di LeBron James. Dopo un’assenza di 17 partite, il Re ha portato i suoi alla vittoria nel lungo derby contro i Clippers conclusosi all’overtime. LeBron, per sua stessa ammissione nemmeno all’80% della sua forma fisica abituale, ha giocato ben 40 minuti, riuscendo comunque a chiudere ad un solo assist di distanza dalla tripla doppia.
Prima dell’infortunio del 23, i Lakers erano a 2.5 vittorie di distanza da Golden State, con un record di 20-14. Con l’assenza prolungata sia di James che di Rondo, i gialloviola hanno ottenuto un record di 6 vinte e 11 perse, crollando al nono posto della Western Conference a 10.5 vittorie di distanza da GS.
Rush finale
Dire che il ritorno in campo di LeBron per i Lakers sia fondamentale potrebbe essere addirittura riduttivo. Inoltre i losangelini stanno per attraversare un periodo del calendario decisamente complicato, con una gran moltitudine di partite in trasferta. James ha le idee chiare:
“Il messaggio della squadra è che siamo tutti pronti a spingere. Siamo in trasferta per quasi tutto il mese di febbraio, abbiamo solo due partite in casa. Quindi, se dobbiamo spingere, perché non farlo in trasferta? È il momento migliore per unirsi ancora di più in gruppo, quindi lo faremo”
Le voci di trade che circolano sempre più insistentemente sul caso Anthony Davis rischiano di minare la solidità dello spogliatoio, visto che praticamente nessuno del roster è al sicuro da un potenziale scambio. LeBron comunque non ci vuole pensare:
“Non c’è niente di cui parlare. Finché non accade qualcosa è fantabasket, per cui vedremo”
Infine, il 23 ha parlato del suo travagliato recupero dall’infortunio:
“C’erano giorni in cui mi sentivo al massimo e altri in cui stavo non tanto bene. A volte pensavo di poter rientrare prima del previsto ma il corpo non reagiva nel modo giusto. Ho dovuto essere paziente e, come sapete, io non lo sono per niente”
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