Un James Harden mostruoso è il principale fattore nella vittoria degli Houston Rockets sui Phoenix Suns. The Beard segna 44 punti, allungando a 27 la sua striscia di gare da 30 o più punti (è la terza più lunga di sempre, dopo quelle da 65 e 31 partite di Wilt Chamberlain) e si aggrega a Michael Jordan, Rick Barry e lo stesso Wilt nell’esclusivissimo club dei giocatori in grado di realizzare 40 o più punti in 20 occasioni nel corso di una stagione.
Nonostante i record di Harden però la partita è tirata e viva: il primo quarto da 22 punti, 5 rimbalzi e 5 assist del candidato all’MVP non spaventa i Suns, che tentano di rimanere attaccati al match come meglio possono, senza mai passare al comando, ma tenendo sotto controllo lo svantaggio, senza lasciare che i Rockets fuggano. Il massimo vantaggio dei texani nel primo tempo è sul 57-46 dopo una tripla di Austin Rivers con 3.21 minuti ancora sul cronometro. Phoenix riesce a tornare sul -6 a fine secondo quarto (63-57). Ma è nel terzo periodo che la partita gira completamente. I Rockets infatti infilano un parziale di 13-4 che porta il risultato sull’84-68 e per ben tre volte vanno in vantaggio di 20 punti, l’ultima dopo i due liberi di Chris Paul a 1.02 minuti dal termine del quarto (94-74). Phoenix prova a rifarsi sotto con un parziale di 10-0 tra la fine del terzo e l’inizio del quarto quarto, ma dopo la schiacciata di Kelly Oubre che vale il 94-84, Houston torna a macinare canestri e si porta sul 101-88 con 7 minuti abbondanti da giocare. Da questo punto in poi i Rockets controllano agevolmente il risultato e anche se Phoenix tenta di ridurre lo svantaggio, tornando spesso in cifra singola, Houston non lascia mai che gli avversari si facciano realmente pericolosi.
Harden chiude con 44 punti, 8 rimbalzi e 6 assist, Chris Paul contribuisce con 18 punti e Kenneth Faried con 17 punti e 14 rimbalzi. Per i Phoenix Suns non bastano i 25 di Josh Jackson che si sommano ai 23 di Kelly Oubre, ai 19 con 7 rimbalzi e 5 assist di Devin Booker e alla doppia doppia di DeAndre Ayton (15 punti e 11 rimbalzi).
(32-23) San Antonio Spurs 112 – 127 Sacramento Kings (28-25)
Serata da ricordare per Marvin Bagley III, che realizza il suo career high e aiuta i Kings a superare i San Antonio Spurs. Tra l’altro la scelta #2 dell’ultimo draft realizza una giocata meravigliosa, una schiacciata in 360 su lob di Yogi Ferrell nel quarto quarto, che incendia l’atmosfera all’interno dell’arena.
Partono bene i Kings che nel primo quarto sfruttano i contropiedi veloci e la precisione dalla linea da tre punti per portarsi in vantaggio anche di 14 punti e chiudere sul 37-25. Nel secondo periodo San Antonio recupera e mette anche brevemente la testa avanti prima che i Kings tornino a +4 (63-59) con il buzzer beater di De’Aaron Fox. Proprio nella terza frazione i Kings cominciano a fare la differenza, e aumentano il loro vantaggio grazie anche a Buddy Hield, autore della tripla del 91-80. Sacramento si porta sul +12 all’alba dell’ultimo quarto, ma gli Spurs non sono mai arrendevoli: la squadra di Popovich tenta di rientrare un’altra volta prima della giocata di Bagley che coinvolge tutti i tifosi e dà un nuovo impulso a Sacramento.
San Antonio non rientra più e i Kings controllano facilmente la gara fino alla vittoria.
Marvin Bagley è sicuramente l’eroe della notte, con i suoi 24 punti e 12 rimbalzi (terza doppia doppia consecutiva per il prodotto di Duke) a cui si aggiungono i 20 di De’Aaron Fox e i 18 di Buddy Hield. Sacramento arriva a 14 vittorie consecutive in casa, la striscia più lunga dal 2005-06. Gli uomini di coach Joerger rimangono in scia ai Los Angeles Clippers per un posto ai playoff. Per gli Spurs invece non bastano i 24 punti di DeMar DeRozan e i 22 di LaMarcus Aldridge.