Per quanto di difficile pronuncia, il nome di Giannis Antetokounmpo è ormai sulla bocca di tutti i commentatori NBA in giro per il globo. Il giocatore greco di origini nigeriane è tra i candidati forti al premio di MVP della stagione regolare, ed è fresco del suo terzo All Star Game. Grazie a lui i Milwaukee Bucks sono la squadra al top della lega, con un record di 43-14, e le sue medie sono mirabolanti (27.2 punti, 12.7 rimbalzi e 6 assist, tutti career high).
Eppure tutto ciò ha rischiato di non divenire mai realtà, a causa di problemi burocratici. Stando infatti a quanto rivelato da Giorgos Panou – agente di Antetokounmpo per l’Europa – nel recente documentario “Finding Giannis” curato dal network TNT, the Greek Freak stava per abbandonare il sogno NBA quando alla sua famiglia venne negato per due volte il visto per risiedere negli Stati Uniti.
“Eravamo sotto pressione, perché la legge dice che se la richiesta viene declinata tre volte, è finita. E poi lui ha cominciato a chiamarmi e a dirmi ‘Giorgos, se succede un’altra volta e loro non potranno venire, me ne andrò io’ “
Quando Antetokounmpo entrò nella lega era un 19enne solo e spaesato, ed è quindi comprensibile che l’impatto con il nuovo stile di vita americano sia stato duro per lui da affrontare senza l’affetto della sua numerosa famiglia. Questo è quanto ricorda anche l’agente di Giannis per gli Stati Uniti, Alex Saratsis:
“Era vulnerabile. Era spaventato. Preferiva dormire in palestra perché non aveva un motivo per tornare a casa. Non voleva tornare a casa. Era solo”
Le difficoltà burocratiche sono in seguito state risolte, e anche il fratello di Giannis, Thanasis Antetokounmpo, ha potuto tentare l’avventura NBA, anche se con meno successo.