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Risultati NBA, disastro Lakers, ko anche contro Memphis. Bene Warriors, Rockets, Blazers, Sixers e Bucks.

Miami cade coi Suns, Detroit vince su Indiana: Playoff sempre più vicini per Motown. Vittoria anche per Brooklyn, Minnesota e Clippers

(20-41) Atlanta Hawks 111 – 119 Houston Rockets (35-25)

James Harden ha messo fine alla sua clamorosa serie di partite con almeno 30 punti segnati, ma gli Houston Rockets sono riusciti ugualmente a passare sugli Atlanta Hawks, nonostante la serata di grazia di Trae Young.

Dopo un primo quarto chiuso a +11 (39-28), i Rockets si fanno rimontare e pareggiare da Atlanta, con le due squadre che arrivano all’intervallo lungo appaiate a quota 60. Houston si riporta avanti nel terzo periodo, ma Atlanta resiste e rimane sempre a contatto, fino al -1, raggiunto grazie a una tripla di Vince Carter. Ma i Rockets fanno segnare un parziale di 13-3 e si portano a distanza di sicurezza. Gli Hawks provano a rientrare di nuovo e tornano a -7 prima dell’and-one di Chris Paul che chiude il terzo quarto sul 95-85 Houston. Atlanta riparte forte nell’ultima frazione e segna i primi 9 punti del quarto per tornare a -1. Ci vuole la tripla di P.J. Tucker per ridare un po’ di respiro ai Rockets, ma Trae Young risponde immediatamente. E così anche quando Harden segna quattro punti in rapida successione, che portano i Rockets a quota 107, c’è una tripla di Young a riportare a contatto gli Hawks. Ogni tentativo di fuga di Houston viene immediatamente ricucito da Atlanta, che si porta a -5 dopo un canestro di John Collins (112-107) con 2 minuti e mezzo da giocare. Harden sbaglia una tripla, ma nell’azione successiva subisce fallo da tre punti e infila tutti i liberi. È l’azione che mette in ghiaccio la partita. Negli ultimi secondi Harden avrebbe il pallone per tentare di arrivare a 30 punti, ma preferisce non tirare.

Vittoria solida dei Rockets che trovano i 28 punti di James Harden oltre ai 20 di Chris Paul e i 16 di Eric Gordon. Per Atlanta serata straordinaria di Trae Young, che di punti ne sigla 36, e di John Collins (20 punti e 12 rimbalzi).

(29-31) Los Angeles Lakers 105 – 110 Memphis Grizzlies (24-38)

Gravissima sconfitta per i Los Angeles Lakers che vedono le loro speranze playoff seriamente intaccate dai Memphis Grizzlies. Una sconfitta tanto più grave se si pensa alla situazione di classifica degli avversari e che fa il paio con quella rimediata contro dei New Orleans Pelicans privi di Anthony Davis.

Il primo quarto è una sfida punto a punto, in cui le due squadre si superano spesso. La svolta arriva con i 5 punti di Chandler Parsons, seguiti dai liberi di Joakim Noah e dalla tripla di Mike Conley, che aiutano i Grizzlies a chiudere la frazione a +3 sugli avversari (34-31). Da quel momento la partita è tutta una rincorsa per LeBron James e compagni, con i Grizzlies che non permettono mai ai Lakers di superarli. I gialloviola riescono al massimo a pareggiare in due occasioni, una nel secondo quarto (44 pari dopo la tripla di Mike Muscala) e una nel terzo (77 pari dopo il canestro di Kyle Kuzma), ma Memphis gestisce il risultato con maturità e non lascia spiragli, nonostante la buona serata di LeBron e di Brandon Ingram. Gli ultimi minuti del quarto quarto sono febbrili: i Lakers riescono a recuperare uno svantaggio di 7 punti e a portarsi a -2 (105-103) con un minuto da giocare. Conley realizza 3 liberi su 4 mentre a James viene fischiato un fallo in attacco. Nell’azione successiva il Re prova la tripla, ma il suo tentativo si risolve in un airball che consegna la palla a Memphis con 16 secondi sul cronometro. I Lakers mandano in lunetta Avery Bradley che segna entrambi i suoi liberi, ed è troppo tardi per i gialloviola per recuperare.

Mike Conley guida Memphis con 30 punti, degnamente assistito da Jonas Valanciunas, che al suo esordio casalingo con la maglia dei Grizzlies segna 20 punti e cattura 13 rimbalzi. Bene anche Avery Bradley (15 punti) e Joakim Noah (14 punti, 12 rimbalzi). Per i Lakers non sono abbastanza la tripla doppia di LeBron James (24 punti, 12 rimbalzi e 11 assist) né i 32 punti di Brandon Ingram, né i 22 di Kyle Kuzma.

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