Risultati NBA: Golden State asfalta Indiana. Bene Nuggets e Kings, i Jazz crollano ad Atlanta
La sorpresa della notte arriva da Atlanta, dove gli Hawks si prendono lo scalpo di Mitchell e soci. Ordinaria amministrazione per i Warriors, belle vittorie casalinghe per Kings e Hornets. Vincono anche Pistons e Nuggets: dove possono arrivare i ragazzi di coach Malone?
Verdetto decisamente inaspettato quello della Philips Arena, dove i padroni di casa degli Hawks sono riusciti ad interrompere una striscia di tre sconfitte consecutive con una vittoria in rimonta ottenuta ai danni di una compagine ben più quotata come quella allenata da coach Quin Snyder. Sconfitta che brucia in casa Jazz, che ora si ritrovano a condividere il quinto posto con Thunder, Clippers e Spurs, per un finale di stagione che si preannuncia infuocato per definire gli accoppiamenti Playoff della Western Conference.
A dire il vero, le prime avvisaglie dell’incombente sconfitta si erano palesate già a fine primo tempo, quando gli ospiti si erano ritrovati sotto di 9 punti. Ciononostante, da grande squadra qual è, Utah è riuscita a rifarsi sotto nel terzo quarto, chiuso con un terrificante parziale di 37-21. E’ stato proprio quando sembrava che gli ospiti avessero inserito il pilota automatico che si è consumato lo psicodramma dei Jazz: tra una serie di review (giustamente) a sfavore e una sorprendente reazione d’orgoglio dei padroni di casa, Mitchell e compagni si sono visti costretti ad alzare bandiera bianca e a giocarsi il tutto per tutto nelle 10 gare che li separano dai Playoff. Ad ogni modo, resta l’ottima prova di Spida – 34 punti in 35 minuti – e le doppie doppie di Favors e Gobert, mentre tra gli Hawks si segnala l’eccellente prestazione di un Trae Young da 23 punti e 11 rimbalzi.
[44-29] Indiana Pacers 89 – 112 Golden State Warriors [49-22]
Una grande prova nella propria metà campo ha consentito ai Warriors di aggiudicarsi la quarantanovesima vittoria stagionale, ottenuta ai danni di un’ottima squadra come i Pacers, giunti alla seconda sconfitta consecutiva dopo quella subita per mano dei Clippers. Nella solita atmosfera infernale dell’Oracle Arena, dopo un primo quarto all’insegna dell’equilibrio chiuso sul 19-19, Curry e compagni hanno deciso di alzare il ritmo, riuscendo sistematicamente a trovare la via del canestro e bloccando al tempo stesso sul nascere ogni iniziativa della truppa di coach Nate McMillan.
Oltre alla grande intensità nella metà campo difensiva, i Golden State Warriors hanno dimostrato di essere una vera squadra anche in attacco, dove nonostante le grandissime individualità a disposizione di coach Kerr sono riusciti a dividersi i possessi in modo equilibrato, come testimoniato dal fatto che, nonostante la larga vittoria, nessuno dei giocatori in maglia Warriors ha superato quota 20 punti. Serata dalle forti emozioni alla Oracle Arena, dove il pubblico di casa ha dato il suo personale bentornato ad Andrew Bogut, uno degli uomini chiave del primo titolo 2015; da segnalare anche la prova di Kevin Durant, che pur non avendo brillato nella metà campo avversaria – solo 15 punti, 3 rimbalzi e 6 assist in 27 minuti, poco per uno come lui – ha deciso di scendere in campo nonostante la morte del suo amico di infanzia Cliff Dixon, ucciso ieri ad Atlanta nel giorno del suo compleanno.