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NBA, Stephon Marbury sulla sua carriera: “Non ho alcun rimpianto”

L’ex stella della NBA ha parlato della sua carriera nella Lega Cinese e di ciò che lo attende in futuro

Un giocatore fantastico auto-trascinatosi ai margini di una Lega altrettanto fantastica come l’NBA. Il riassunto di Stephon Marbury potrebbe essere questo. L’ex giocatore di Suns, Nets, Knicks e Celtics, che ha fatto innamorare milioni di tifosi sparsi in tutto il mondo, nel 2009 ha vissuto un momento cruciale nella sua carriera da cestista: ha abbandonato l’America per raccogliere una sfida ignota in Cina. Ce l’ha fatta, ha conquistato l’Asia a suon di canestri e titoli, senza pensare a cosa sarebbe stato se fosse rimasto ancora nel suo paese:

“Non ho rimpianti per come è andata, perché tutto quello che ho passato mi ha permesso di arrivare al punto in cui sono – ha detto ai microfoni di Gazzetta.it -. Se non avessi passato quello che ho passato, non avrei la comprensione che ho adesso e non potrei utilizzare nella mia vita quello che ho imparato nel mondo del basket. Tutti sanno quello che sono stato, tutti sanno quello che sono adesso. E’ come se avessi intrapreso un viaggio nel mondo del basket, giocando per squadre diverse nelle quali i tifosi si ricordano tutti di me. Poi sono arrivato a Pechino, a costruire una dinastia, una mia eredità. Il rimpianto è una cosa negativa, io ho tirato fuori il meglio da quello che mi è capitato. Non mi sono mai guardato indietro, ho sempre guardato avanti consapevole che nessuno è perfetto e che nessuno è immune da errori”.

Perché la Cina nella vita Marbury

“Ho capito prima di altri cosa sarebbe diventato il basket qui. Ero venuto per sviluppare il mio brand, ma il basket è diventato subito il motivo principale. Quando sono arrivato ci giocavano già 300 milioni di persone, ora sono oltre 400 milioni: non sono sorpreso da cosa è diventato il basket, ma da quanto in fretta è diventato parte della vita di questo paese”

E su Yao Ming vecchia conoscenza della NBA

“Yao è il vero punto di riferimento, ha fatto cose che nessun cinese ha mai fatto prima. Io mi vedo un po’ come lui, ma dal punto di vista americano: sono il primo ad essere venuto a giocare qui, il primo che ha contribuito a far capire ai non cinesi quanto questo mercato sia diventato importante. La gente continua a non volerlo vedere, ma questo è già adesso il mercato più importante del mondo. E lo capisci solo stando qui”.

 

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