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8. Il primo titolo di Michael Jordan

Anno dello scatto: 1991

Evento/occasione dello scatto: Michael Jordan è visibilmente emozionato, al fianco del padre James. Si tratta del suo primo titolo NBA conquistato con i Chicago Bulls

A volte, quando si parla del dominio di Michael Jordan, ci si dimentica dei suoi primi anni in NBA. Non che non avesse ancora dimostrato nulla, anzi: negli anni ’80 aveva già vinto svariati premi individuali. Il problema era allora a livello di squadra: Jordan dovette aspettare la sua settima stagione tra i professionisti per vincere il suo primo titolo NBA, e prima di allora non fu esente da critiche. Per tutto il corso degli anni ’80 i Bulls non riuscirono mai ad approdare alle Finali, e intorno a lui cominciò a sollevarsi un enorme dubbio: “vincerà mai un titolo NBA?”

Questa foto del 1991, dall’alto impatto emotivo, dimostrò che anche un giocatore come Jordan era, alla fine dei conti, un essere umano: abbracciato al Larry O’Brien Trophy, in lacrime, sorretto dal padre James al suo fianco, finalmente si sentì libero di lasciar andare tutto lo stress e le pressioni che dovette sopportare per parecchio tempo. Appena dopo la partita il numero 23 dichiarò alla stampa: “Sono stati sette anni difficili per me. Questo dovrebbe cancellare l’etica di ‘one-man team’. Non so se proverò nuovamente questa emozione”.

Un momento che diventa ancora più emozionante se letto con le parole di chi ha scattato la foto, ovvero il fotografo Andrew D. Bernstein:

“Fu un momento incredibile. I Bulls avevano appena vinto il loro primo titolo, a Los Angeles, nel 1991. Lo spogliatoio della squadra ospite era sovraffollato, perché all’epoca la consegna del trofeo avveniva direttamente nello spogliatoio della squadra vincitrice. C’era davvero l’inferno, erano tutti pazzi. C’erano le telecamere che stavano riprendendo in diretta la consegna del trofeo da parte del commissioner Stern, con i giocatori che lo accettarono per poi proseguire con i festeggiamenti. A questo punto partì la pubblicità, e tutti si diedero da fare per cercare di intervistare Jordan.

Teoricamente avrebbero dovuto intervistare Michael al rientro dallo spot, ma nessuno riusciva a trovarlo nel pandemonio che era lo spogliatoio dei Bulls. Io mi ero posizionato su un piccolo tavolo pieghevole, per cercare di avere una vista migliore visto che non sono una delle persone più alte del mondo. Qualcosa mi disse di girarmi verso sinistra, quindi ruotai il mio intero corpo di circa 90 gradi. Fu a quel punto che intravidi Jordan arrivare, con in mano il trofeo affiancato dal padre. Sembrava avesse pianto. Scattai giusto due foto, poi lo trascinarono sul podio. Fu qualcosa di indescrivibile”.

“È uno scatto così significativo, sotto tanti aspetti. Ovviamente c’era il fatto che si trattasse del suo primo anello, poi anche per il fatto che suo padre fosse proprio lì al suo fianco. Dopo che suo padre scomparve questo scatto è diventato ancora più significativo”. Il suo ufficio voleva una copia per Michael stesso. Significò molto per me perché anche mio padre era scomparso da poco, quindi vedevo molte similitudini fra di noi. Continua a significare ancora molto per me”.

 

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