Gli Warriors battono 104 a 100 i Rockets nella prima partita delle semifinali della Western Conference. Una Gara 1 molto fisica, con tanta intensità e con probabilmente tanti (troppi) errori arbitrali, almeno secondo gli ospiti.
Alla fine della partita è stato proprio James Harden, che non ha giocato la sua miglior partita tirando 4 su 16 da 3 punti ma mettendo comunque a referto 35 punti, a lamentarsi degli eccessivi contatti non fischiati dagli arbitri.
In particolare Harden ha voluto evidenziare come molto spesso i giocatori di Golden State abbiano cercato di posizionarsi “sotto” il virtuale cilindro di tiro dell’attaccante:
“Sappiamo cosa successe due anni fa a Kawhi Leonard, una cosa del genere può cambiare un’intera serie. Chiedo agli arbitri un trattamento equo e di chiamare i falli quando ci sono, nient’altro.”
Non si è lasciata attendere la risposta di Draymond Green, che incolpa Harden di “flopping” nel tentativo di indurre gli arbitri a fischiare:
“Se salta ed atterra un metro avanti rispetto a dove ha staccato, è un problema suo . Lui vuole un trattamento equo ma quando ho subito un fallo su un tiro da 3 punti non mi sono lamentato con nessuno, quindi dovrebbe smetterla di lamentarsi. Credo che in ogni partita ci siano errori arbitrali ma è normale che sia così, gli arbitri non possono vedere sempre tutto.”
Harden si riferisce al “famoso” fallo di Zaza Pachulia ai danni di Kawhi Leonard in Gara 1 delle Finali della Western Conference del 2017, che costrinse il giocatore degli Spurs a saltare il resto della serie per un infortunio alla caviglia. L’NBA analizzò quel contatto e istituì la regola “Zaza Pachulia” che permette ai direttori di gara di andare a rivedere al replay l’azione e, qualora si riscontri malizia nei movimenti del difensore, punirlo con un flagrant foul.
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