Gli Oklahoma City Thunder sono probabilmente la squadra che maggiormente è uscita con le ossa rotte da questa post-season. Se per le due star, Paul George e Russell Westbrook, questo concetto è da intendersi in senso puramente letterale a causa degli interventi a cui hanno dovuto sottoporsi (Intervento RW ed Intervento PG), i Thunder con l’hype di cui disponevano ad inizio stagione hanno decisamente fallito.
Per il terzo anno consecutivo hanno abbondato i Playoff al primo round e con sole 5 partite quest’anno. Se è vero che i Portland Trail Blazers di Dame Lillard, artefici del destino buio di OKC, sono giunti addirittura in finale di Conference mostrando di essere un team solido e ben amalgamato in tutti i reparti, ciò non dà ugualmente alibi alla franchigia dell’Oklahoma.
Gran parte dei tifosi e dell’opinione pubblica collettiva chiedeva la testa di Billy Donovan, il capo allenatore. Ma così non è stato: Sam Presti, General Manager di Oklahoma City, nella conferenza di fine stagione ha praticamente confermato la volontà di proseguire con l’ex coach dei Florida Gators.
Ad inguaiare ancor di più il salary cap dei Thunder, che già ristagnava in cattive acque, è stata la notizia che Patrick Patterson eserciterà la sua player option e rimarrà in maglia blu per il prossimo anno.
Presti, conosciuto per riuscire ad estrarre spesso dal proprio cilindro sensazionali mosse strategiche, ha questa volta un margine di manovra davvero risicato. Quest’ultimo si è così espresso su un giocatore che ha rappresantato, forse come nessun altro, il cammino di OKC in questa travagliata stagione: Steven Adams.
Il massimo dirigente di Oklahoma si è detto ancora fiducioso sulle potenzialità del neozelandese e lo ha però ammonito su alcuni aspetti del gioco:
“Forse potremmo spingere Steven ad aumentare il suo raggio di tiro, deve poter tirare da lontano e deve continuare ad allenarsi su questo come sta facendo da tempo. Lo sviluppo della squadra passa anche da lì. Ha avuto una grande involuzione con il prosieguo della stagione: per il 70% della stagione era dominante e infatti eravamo 18 partite oltre il 50% di vittorie di squadra. Era davvero efficace in post, nessuno riusciva a fermarlo, faceva tutte quelle cose fisiche che aiutavano la squadra ad aver la meglio sugli avversari. Poi sul finire della stagione non ha più giocato così, non è riuscito ad essere più incisivo. Non è stato solo un problema di Steven, ma di tutta la squadra.”
Altro punto su cui il centro numero 12 ha bisogno di ottenere grandi miglioramenti è la percentuale dei liberi: Adams quest’anno ha tirato soltanto con il 50% dalla linea della carità in Regular Season e con un ancor peggiore 40% nei Playoff. Gli Oklahoma City Thunder vanno spesso in lunetta e sono addirittura la sesta squadra per tiri liberi conquistati a partita nella lega, ben 25 in media. Ma sono anche la terza peggior squadra come percentuale di realizzazioni in questo fonamentale: solo il 71% in media.
Di certo il futuro degli Oklahoma City Thunder passa anche dall’apporto che riuscirà a dare Steven Adams alla causa. C’è bisogno di un impatto diverso, di maggiore efficienza offensiva e di una presenza molto più costante sul parquet. D’altronde lo stipendio è da giocatore importante. Adams dovrà farlo per OKC e per ammutolire le prime chiacchiere da bar che iniziano a recitare: “Overpaid”.
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