Quando c’è di mezzo l’immagine della Lega, la NBA poche volte perdona. Lo ha probabilmente capito Tyreke Evans che nella giornata di ieri ha saputo di aver fallito il test anti-droga. Secondo quanto riporta il regolamento della NBA, un giocatore viene squalificato quando viene effettivamente trovato positivo al test o se viene condannato o patteggia per uso e/o detenzione di sostanze stupefacenti tra cui rientrano anfetamine, metanfetamine, cocaina, LSD, oppiacei (eroina, codeina, morfina) e PCP.
Per il giocatore scatta automaticamente una squalifica di due anni in cui il 29enne dovrà cercare di dimostrare, attraverso programmi dedicati di recupero, di essere di nuovo ‘pulito’. Nel frattempo gli Indiana Pacers hanno rilasciato uno stringato comunicato con cui offrono il loro totale supporto in un momento delicato di vita personale a Tyreke Evans:
“Gli Indiana Pacers sono stati informati venerdì dalla NBA che Tyreke Evans è stato squalificato per violazione della politica antidroga della Lega. Prendiamo sul serio queste questioni e ci rivolgeremo a Tyreke per offrire il nostro supporto.”
Il giocatore, con la maglia dei Pacers, aveva chiuso la stagione con una media di 10.2 punti, 2.9 rimbalzi e 2.4 assist in 20.3 minuti a partita. Non è il primo caso di questo genere, ricordiamo in passato le storie di O.J. Mayo, Chris Andersen, Michael Ray Richardson, Duane Washington, Stanley Roberts, Roy Tarpley, Richard Dumas e Lewis Lloyd. Vedremo se Evans riuscirà a rientrare in NBA nel 2021.
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