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Golden State Warriors

NBA, Coach Kerr svela un possibile malessere del team

Il coach di Golden State ha parlato ai microfoni di Yahoo Sports, confessando la sua paura di un calo motivazionale della squadra

Le Finals NBA di questa stagione sono cominciate col botto: sul parquet di casa, la Scotiabank Arena, sono i Raptors ad aggiudicarsi il primo passo nel cammino che porterà alla conquista dell’anello. L’uomo partita di gara-1 è stato sicuramente Paskal Siakam, inarrestabile sul campo e autore di 32 punti, 8 rimbalzi e 5 assist.

Gli Warriors sono alla quinta Finals NBA consecutiva e, dopo aver maltrattato i Blazers nelle finali di Conference, non hanno certo iniziato con il piede giusto, anche se ovviamente è ancora tutto da decidere. La franchigia californiana guidata da coach Kerr, uno che di finali se ne intende, potrebbe però soffrire più del previsto, come insinuato dal suo allenatore. Infatti Kerr, ai microfoni di Yahoo Sports, ha svelato di essere preoccupato dallo stato fisico e mentale della sua squadra, la quale potrebbe dimostrarsi sazia di vittorie. Una sensazione provata anche da lui stesso:

“L’ho imparato al terzo anno a Chicago. Alla fine si può avvertire non solo una stanchezza fisica ma anche emotiva, disputando lunghi playoff ed essendo sempre al centro dell’attenzione.”

L’allenatore 5 volte campione NBA da giocatore, 3 volte con i Bulls e due con gli Spurs, ha inoltre confessato che questa sensazione non sia recente, ma che sia costantemente presente nei suoi pensieri da molto tempo:

“Ho cominciato ad avvertire questa paura nella mia mente l’anno scorso. Siamo arrivati alle Finals immediatamente per 2 anni consecutivi, una corsa da sogno. Poi abbiamo comprato Kevin [Durant]. Nel primo anno con lui nessuno ci poteva fare del male. È stato l’inizio di un nuovo ciclo, ma l’anno scorso ho sentito piombare la lunghezza del viaggio. Quest’anno, questa sensazione sta continuando.”

Parole in un certo senso sorprendenti di Kerr, uno che solitamente non si aggrappa alle scuse per giustificare gli insuccessi della sua squadra. È solo una strategia, o è realmente finito un ciclo stratosferico?

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