“Non abbiamo fatto niente”. Lo ribadisce ancora una volta. Il mantra è questo per i Toronto Raptors che stanotte si giocheranno gara-5 delle NBA Finals 2019 tra le mura amiche. Se dovesse arrivare una vittoria, allora sarebbe titolo per la prima volta storia per la squadra canadese. L’entusiasmo in città è davvero a livelli estremi, tranne per Kyle Lowry. Il playmaker dei Raptors non vuole sentire voci di festeggiamenti prima di non aver effettivamente finito il lavoro:
“Non abbiamo ancora fatto nulla. Conta solo vincere e vince chi arriva prima a 4. Per farlo abbiamo bisogno di un altro successo e non contro una squadra qualsiasi ma contro i campioni NBA in carica, che giocheranno con il coltello tra i denti. Per noi è stato così fin dal primo giorno di training camp. Nessuno faceva trash talking, fin dal primo giorno l’atteggiamento è stato testa bassa e lavorare. Resta lo stesso anche oggi.Un atteggiamento che ho migliorato nel corso degli anni ma che è sempre stato mio e che oggi per me significa svegliarmi ogni mattina contento di potermi godere un nuovo giorno: il mio lavoro è fare la cosa che amo — giocare a basket — sto bene fisicamente, i miei bambini stanno bene, la mia famiglia è in salute. C’è molto di cui devo essere grato.”
Poi a un ragazzino invitato alla conferenza stampa che gli chiede come ci si senta ad essere un idolo dei canadesi, lui risponde così:
“Non so neppure cosa rispondere, so solo che ero un bambino come te una volta, e ora che mi ritrovo in questo ruolo sento l’obbligo di comportarmi nel miglior modo possibile, fissandomi standard altissimi, senza per questo rinunciare a divertirmi e a godermi una vita da privilegiato”.
Ci siamo, gara-5 è dietro l’angolo.
LEGGI ANCHE:
NBA Finals, Kevin Durant torna ad allenarsi in vista di Gara-5
NBA, Javale McGee spera di rimanere ai Lakers
Straight Outta Compton! I 10 giocatori NBA venuti dal ghetto