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Road to 2019 NBA Draft: P.J. Washington

La Road to NBA Draft si concentra oggi su P.J. Washington, esploso nella sua stagione da sophomore con i Kentucky Wildcats grazie alle sue abilità in difesa ed in post

Squadra: Kentucky (Sophomore)

Ruolo: Power Forward/Center

2018-2019 Stats Per Game: 

Pts  Tot Rebs Def Rebs Off Rebs Asts Stls Blks FG% 3pt FG% Ft%
15.2 7.5 5.2 2.3 1.8 0.8 1.2 52.2 42.3 66.3

2018-2019 Advanced: 

Ast% Reb% OffReb% DefReb% TO% Usg% Blk% eFG% TS%
13.3 15.3 10 19.9 13.3 25.8 4.8 56.7 59.2

 

Quando si parla di P.J. Washington, abbiamo di fronte un raro caso di giocatore che, in controtendenza rispetto alla maggior parte degli atleti che vedono il college come il classico anno di transizione prima di passare nell’NBA, ha deciso di rimanere nell’universo della NCAA anche al termine della sua stagione da freshman.

Ad aggiungere un ulteriore alone di anomalia, va tenuto conto di come tale scelta abbia dato un opportunità alquanto rara a coach John Calipari, abituato ad avere tra i suoi Kentucky Wildcats i classici profili di giocatori one-and-done, di coltivare sul lungo periodo il gioco di un P.J. Washington ancora troppo acerbo per poter anche solo essere notato al piano di sopra.

Dopo un iniziale periodo di assestamento, tale scelta ha pagato ottimi dividendi, dato che ha permesso al sophomore di prendere finalmente in mano le redini della sua squadra, che è stato in grado di guidare nella classifica dei punti, rimbalzi e stoppate.

 

Punti di forza

La prima cosa che salta immediatamente all’occhio nel gioco di P.J. Washington è sicuramente la sua abilità nel pitturato.

La maggior parte della produzione offensiva del prodotto di Kentucky infatti passa attraverso un sapiente gioco in post, il quale, pur non essendo accompagnato da una altezza rilevante rispetto ai suoi pari ruolo (2,03 cm), è frutto di una fisicità già importante che ha consentito a P.J. Washington di spadroneggiare sotto i canestri avversari per buona parte della stagione.

Al suo gioco dal post inoltre si è sposata a meraviglia la sua poderosa apertura alare, pari a 218 cm, che gli ha consentito di risultare spesso determinante nel rimbalzo offensivo, anche in posizioni più scomode rispetto a difensori ben piazzati.

Questo suo talento nel raggiungere i palloni anche più lontani gli ha permesso di incrementare il numero di occasioni al secondo tentativo per sé ed i suoi compagni.

Nel corso dei due anni sotto la guida di Calipari inoltre, P.J. Washington è stato capace di maturare vertiginosamente il suo apporto nelle transizioni offensive, pur non essendo necessariamente il portatore di palla: il giocatore infatti, oltre ad essere divenuto un pick’n roller di buon livello, riesce spesso a farsi trovare smarcato e pronto a concludere a canestro nella maniera più micidiale possibile.

Ma il vero asso della manica che gli ha permesso di scalare numerose posizioni sui taccuini degli scout NBA, è sicuramente la sua difesa.

P.J. Washington infatti è un giocatore che dispone di una buona mobilità laterale, che unita alla versatilità nel saper marcare qualsiasi genere di lungo, gli ha permesso di divenire il baluardo difensivo degli Wildcats di questa stagione.

Se a prima vista infatti, con una struttura sottodimensionata per un ala grande, P.J. Washington potrebbe sembrare un buco da nascondere agli attacchi avversari, egli invece si è dimostrato un grande letture delle transizioni avversarie, che spesso e volentieri nel corso della gara gli hanno permesso di anticipare il flusso e di sradicare letteralmente la palla dalle mani del povero malcapitato di turno.

Le già citate qualità fisiche, inoltre, gli hanno permesso costruire nel tempo una difesa granitica sotto canestro, che si concretizza in spettacolari stoppate.

Washington, infatti, non si fa troppi problemi a cercare la stoppata anche contro avversari più grossi di lui.

Inoltre, la capacità d’adattamento dimostrata al college, ci potrebbe dare la possibilità di vederlo giocare anche nel ruolo di centro, soprattutto se il coaching staff dovesse decidere di spedirlo sul parquet all’interno di una small unit. 

A questo bagaglio tecnico va poi aggiunta la sua intelligenza nello sviluppare rapidamente un tiro dal perimetro finalmente degno del suo nome, letteralmente esploso dal 23,8% del suo anno da freshman all’attuale 42,3%, che gli ha permesso di non essere più “sfidato” dalle difese avversarie

Punti deboli

Il primo punto dolente in PJ è essenzialmente fisico, il giocatore infatti già in NCAA risultava essere sottodimensionato rispetto ai suoi pari ruolo, e considerando che al piano successivo la fisicità è divenuta nel corso degli anni un prerequisito fondamentale anche solo per poter galleggiare, gli sarà richiesto un duro adattamento per evitare di essere schiacciato. 

Se perlomeno questa sua pecca potrà essere arginata nel corso del tempo, purtroppo per PJ sarà molto più difficile nascondere la poca esplosività atletica, limitazione che lo ha penalizzato fortemente nel corso della stagione quando, dalla difesa sul perimetro, si è trovato di fronte ad avversari che lo ha letteralmente bruciato in penetrazione.

Ad accentuare ulteriormente questa sua debolezza, si aggiunge un senso della posizione ed difesa lontano dalla palla non ancora ottimale per P.J. Washington, che nel corso della stagione gli ha procurato delle uscite a vuoto contro avversari assolutamente alla sua portata.

Un passaggio impossibile da ignorare è la scarsa percentuale raccolta ai tiri liberi: con solo il 66.3% dei canestri realizzati, P.J. Washington sicuramente non sarà il peggior tiratore ai liberi mai sceso sui parquet dell’NBA, ma certamente le sue statistiche non giocheranno a suo favore nell’osservazione degli scout, sempre più alla ricerca di lunghi capaci di produrre punti e pericolosità offensiva anche dalla lunetta.

Un ulteriore elemento che limita il suo gioco è la difficoltà dimostrata al college come passatore, che con il passare degli anni potrebbe risultare dannosa nel flusso offensivo della sua futura squadra. Di fronte a situazioni in cui lo scarico della palla potesse risultare l’azione più produttiva, P.J. Washington invece ha spesso cercato di forzare delle giocate dal basso coefficiente realizzato, ignorando spesso compagni in condizioni più favorevoli al tiro.

Queste sue debolezze, ampiamente riconosciute dai suoi avversari, gli hanno consentito di guadagnarsi un raddoppio in marcatura quasi costante nel corso della stagione, che di fatto ha accentuato maggiormente i suoi limiti nel passaggio.

Un punto critico sul quale le franchigie NBA però saranno costrette a soffermarsi prima di selezionarlo al Draft purtroppo sarà sul lato clinico: P.J. Washington infatti ha patito un infortunio al piede che, dopo essersi trascinato per buona parte della stagione, ha risolto solamente adesso tramite un’operazione chirurgica, dalla quale pur sembrando esserne uscito positivamente, condizionerà inevitabilmente il suo giudizio finale.

Upside

Nonostante i grandi progressi intravisti nel corso della stagione, il rischio maggiore per P.J. Washington è che il suo passaggio in NBA possa risentire della sovrumana fisicità che la contraddistingue, ma le speranze, a fronte di quanto è stato in grado di dimostrare al suo secondo anno di college, è che il giocatore abbia tutte le carte in regola per superare anche questo scoglio nel medio lungo termine.

Un ulteriore punto di maturazione nel suo gioco, anch’esso ampiamente alla sua portata, potrebbe essere lo sviluppo di una migliore posizione difensiva. Senza alcuni cali di concentrazione improvvisi, P.J. Washington diventerebbe un osso duro per qualunque avversario anche nella NBA.

Se oltre al fattore fisico, il prodotto di Kentucky riuscisse anche a migliorare ulteriormente la propria meccanica di tiro, ci ritroveremmo nel corso di alcuni anni di fronte ad una moderna ala grande di tutto rispetto, sicuramente legittimata ad occupare un posto di attenzione nel suo ruolo.

Inoltre, la difficoltà riscontrata nel passaggio lo obbligheranno a lavorare duramente nel corso della prossima estate su questo fondamentale, divenuto ormai necessario anche per un lungo della NBA moderna.

Stando alle ultime proiezioni diffusesi, sul palco della NBA la carriera dell’0rmai ex numero 20 di John Calipari potrebbe riservargli un lungo successo se interpretasse la maschera di giocatore di rotazione, un ruolo che, soprattutto nelle franchigie con una certa ambizione, fa sempre comodo e risulta difficile riuscire ad occupare senza produrre un relativamente importante esborso economico.

Se si dovesse provare ad individuare il giocatore NBA a cui potrebbe fare riferimento, probabilmente lo stile di gioco di P.J. Washington si accomuna maggiormente con le caratteristiche espresse da Paul Millsap nel corso della sua carriera.

Draft Projection

Per quanto riguarda la sua chiamata, è presumibile che sia annunciato dalla dodicesima scelta in poi, dove potrebbe fare comodo sia agli Charlotte Hornets che ai Miami Heat, tesi suffragata dal fatto che P.J. Washington con esse ha recentemente fissato un work out individuale. 

Scendendo ulteriormente nel Draft, altre franchigie a cui farebbe certamente comodo un profilo del genere potrebbero essere i Boston Celtics e gli Atlanta Hawks, con quest’ultimi che però sarebbero in grado di garantirgli sicuramente più tempo per crescere rispetto che in Massachusetts, dove la necessità di vincere si dovrà legare a rookie dai riscontri più immediati.

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