Nel corso della notte, Anthony Davis ha regalato alla stampa la sua prima apparizione ufficiale con i Los Angeles Lakers, con un intervista fiume che ha toccato svariati punti, tra cui numerose indiscrezioni su come si sono svolti i giorni del suo scambio.
Ero nella mia camera dell’hotel e mi stavo rilassando guardando un film. Poi ho visto che il mio agente, Rich Paul, mi stava cercando di chiamare, ma dato che non mi piace essere disturbato durante un film, ho preferito far partire la segreteria telefonica. Successivamente ha riprovato a chiamarmi un’altra volta, ho nuovamente rifiutato la chiamata ma a quel punto ho iniziato a insospettirmi. Ho tentato di richiamarlo io, ma stavolta il suo cellulare era occupato. A quel punto, essendo un ragazzo di 26 anni, ho fatto quello che fanno spesso quelli della mia età: sono andato direttamente su Instagram. Lì ho scoperto dello scambio. Poi Rich Paul mi ha richiamato e finalmente mi ha spiegato tutto.
Dopo aver rotto il ghiaccio, il giocatore non ha perso tempo dal nascondere le potenzialità della sua nuova squadra, indicandola senza ombra di dubbio tra le migliori di quelle essambate nelle ultime settimane.
Scelgo decisamente il nostro roster contro quello di chiunque altro. In una serie al meglio delle sette, penso che avremmo la meglio noi.
Anthony Davis, incalzato successivamente sulla free agency, non si è dimenticato di riservare inoltre alcune parole sull’approdo di Kawhi Leonard nel lato “sbagliato” di Los Angeles.
Ovviamente quando esiste la possibilità di arrivare a un giocatore come Kawhi devi fare quasi qualsiasi cosa in tuo potere per ingaggiarlo. Alla fine non siamo riusciti a spuntarla, ma era comunque mio interesse fare qualsiasi cosa per aiutare la squadra. Quei 4 milioni che ho rifiutato sono serviti per offrire più soldi a un altro free agent che noi Lakers volevamo, perciò era la cosa giusta da fare. Penso che in generale sia stato fatto un grande lavoro nel costruire questa squadra.
Sul suo impiego in campo, il prodotto di Kentucky non ha celato le sue preferenze, mantenendosi comunque aperto ad ogni evenienza.
Personalmente piace giocare da ala grande, non ho intenzione neanche di nasconderlo. Non mi piace fare il centro, ma se il coach ha bisogno che io giochi lì, allora mi metto a disposizione della squadra senza problemi. In ogni caso, nel corso degli anni il gioco è diventato talmente fluido a livello di posizioni che in realtà non sono più cosi dogmatici i ruoli, basta mettere cinque giocatori in campo e giocare.
Ovviamente non è mancata una domanda concernente il suo mancato cambio di maglia, che nella giornata di ieri sembrava essere sul punto di aprire un incidente diplomatico con la stessa Nike.
Non riuscire a vestire il 23 mi ha fatto un po’ male… Per decidere il nuovo numero sono andato su NBA 2K e ho visto come mi stavano i vari numeri sul mio corrispettivo nel gioco. Alla fine ho scelto il 3 perché è il primo numero che ho indossato quando giocavo alle elementari.
Infine, riguardo al proprio futuro, Anthony Davis ha preferito non sbottonarsi nemmeno di fronte a Rob Pelinka, cercando di mantenere l’attenzione solo sulle sorti di questa stagione.
Onestamente sono concentrato solo su questa stagione. Da quando sono stato scambiato qui, il mio unico obiettivo è riportare il titolo a Los Angeles. Quando il prossimo anno sarà il momento di pensarci, potrete richiedermi quale sarà il mio futuro e lo valuterò. In questo momento la mia concentrazione va solo su quest’anno e su come aiutare questa squadra a conquistare titolo.
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