9. Tim Duncan
15 giugno 2003, gli Spurs durante un time-out della decisiva gara 6 contro i Nets
Lo psicologo proveniente dalle Isole Vergini è stato nominato miglior giocatore della lega per due stagioni consecutive, il 2002 ed il 2003. Proprio in quest’ultima annata è stato anche nominato MVP delle Finals.
Il secondo anello della storia degli Spurs fu conseguito spodestando dal trono della lega i Los Angeles Lakers, i quali avevano costituito una vera e propria legacy in grado di vincere tre titoli consecutivi negli anni precedenti.
La squadra del Texas nel suo cammino in post-season si impose prima su Phoenix, poi proprio su i Lakers ed infine approdarono alle finali dopo aver messo fuori gioco i Dallas Mavericks, in quello che sarebbe diventato un grande classico dei playoff negli anni successivi.
Le finals intavolarono un duello inedito, lo scontro fra gli speroni ed i New Jersey Nets (alla seconda apparizione consecutiva alle finali), guidati dalle sapienti mani di Jason Kidd e dall’orgoglio strabordante di Kenyon Martin.
Gli Spurs erano di gran lunga meglio attrezzati, potevano infatti contare su due (a quel tempo) giovani leve affamate di vittoria come Tony Parker e Manu Ginobili, oltre che sulla esperienza e sull’affidabilità dell’ammiraglio Robinson giunto ormai sulla soglia del ritiro.
I Nets tentarono in ogni modo l’impresa ma dovettero cedere il passo agli avversari in gara 6, consegnando l’anello alla squadra di Popovich. Fu il primo titolo per “monsieur Parker” e per “il mascalzone latino” mentre invece per Duncan era già doppietta dopo appena 5 anni di NBA.
Ritirò il premio con la consueta eleganza e l’imperscrutabile espressione che negli anni ci saremmo abituati a vedergli scolpita sul volto.
Stagione 2002-2003: 23 punti, 13 rimbalzi, 4 assist, 3 stoppate, 51% dal campo (per partita) 1° a ovest 60-22
Playoff 2003: 25 punti, 15 rimbalzi, 5 assist, 3 stoppate, 53% dal campo (per partita)
Duncan in post contro Martin