Un anno decisamente terribile, dal punto di vista cestistico, quello di Lamar Odom vissuto con la maglia dei Dallas Mavericks nella stagione 2011-2012. Il nativo di New York ai tempi veniva dall’esperienza positiva ai Los Angeles Lakers, squadra con cui peraltro conquistò 2 titoli NBA da protagonista. Odom però non trovo mai il feeling giusto con la squadra e con il coach, chiudendo l’annata con il minimo storico in termini realizzativi durante la sua permanenza nella Lega (solo 6.6 punti di media a partita).
Il 39enne ha svelato un aneddoto legato all’avventura con i Mavs con Mark Cuban che lo insultava puntualmente per il suo pessimo stato di forma. Questo quanto compare sulle pagine del suo nuovo libro autobiografico “Darkness to Light”:
“Stavo giocando probabilmente la mia peggior partita della stagione in maglia Mavs quell’anno. Coach Rick Carlisle decise di sostituirmi, cercai un posto in panchina vicino ai coach ma erano tutti occupati. Quindi andai verso il fondo della panchina, proprio vicino a Cuban. Lui allungò il piede destro e mi tirò un calcio negli stinchi: “Dai, figlio di p*****a!”. Ero senza parole. Non era un colpetto. L’avevo sentito bene. Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Era dolorosamente chiaro che non mi rispettasse come uomo. Sentivo l’adrenalina nelle vene. In un istante fui trasportato indietro a Linden Boulevard [la zona dove Odom è cresciuto, ndr], dove anche il più piccolo segno di mancanza di rispetto potrebbe essere fatale. Mentre stavo per reagire, Vince Carter, seduto vicino a me, mi prese stretto per il braccio e si avvicinò. “Stai calmo, non farlo. Non ne vale la pena”. Cosa sarebbe successo se Vince, con il quale avevo il rapporto più stretto in squadra, non fosse stato seduto vicino a me? O se fosse stato attento alla partita e non avesse visto la scena? Posso dire senza dubbio che Vince in quell’occasione mi salvò da una reazione violenta che avrebbe messo fine alla mia carriera.”
Odom ha rivelato, inoltre, che durante quell’offseason il giocatore non era in buone condizioni psicologiche e lo scambio Lakers-Dallas peggiorò la situazione:
“Cuban continuava a provocarmi costantemente, mi metteva in cattiva luce di fronte agli altri distruggendo la mia virilità. Durante le partite in casa si metteva sempre al suo posto e continuava a urlarmi in faccia oscenità che mi facevano male. ‘Sei fottutamente lento e fuori forma’ oppure ‘Sei uno spreco di soldi’. Anche durante situazioni di pausa della partita.”
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