6. Marvin Bagley III – Sacramento Kings
Come per DeAndre Ayton, la stagione di Marvin Bagley III è passata sottotraccia, venendo oscurato da Luka Doncic e Trae Young. Nonostante questo, chi ha seguito la squadra californiana si è reso conto dell’enorme potenziale che il prodotto di Duke ancora nasconde. Nella sua prima stagione NBA ha fatto registrare medie di 14.9 punti, 7.6 rimbalzi e 1 stoppata di media a partita, ma come molti altri giocatori di questa lista, è sul finire di stagione che Bagley ha mostrato il meglio di sé. Nelle 19 partite giocate dopo l’All-Star Game, infatti, il giocatore dei Kings ha avuto medie di 18,5 punti, 9,2 rimbalzi e 1,5 stoppate a serata, tirando con il 48,7% dal campo e il 39% da tre punti su 2,2 tentativi a partita. Soprattutto quest’ultimo è il dato più significativo: prima dell’All-Star Game ha tirato con un rivedibile 25,5% dalla lunga distanza e prendendosi una media di 1,3 tentativi a serata, mentre dopo la pausa la percentuale è salita al 39% su una base di 2,2 tentativi a serata.
Nonostante i suoi miglioramenti in attacco nel corso della stagione, Bagley non è riuscito a sciogliere i dubbi riguardanti la sua dedizione difensiva: un problema che potrebbe ridurre le probabilità di una breakout season. Infatti, secondo ESPN è l’ultimo giocatore fra le ali grandi per Defensive Real Plus/Minus, il dato che misura l’impatto di un giocatore sulla difesa della squadra sulla base dei punti concessi ogni 100 possessi difensivi: Bagley ha fatto registrare un preoccupante -2,37 di Plus/Minus Difensivo, ben lontano dal penultimo giocatore della classifica, Omari Spellman (-1,64). Secondo Synergy Sports, poi, Bagley si trova nel diciannovesimo percentile per difesa in isolamento, concedendo 1,07 punti per possesso. Oltre ai numeri, c’è anche l’impatto visivo: la scorsa stagione lo si è visto spesso perdersi nel pick and roll avversario, cambiando troppo tardi o perdendo l’uomo. Altro esempio è il fatto che Bagley si sia sbilanciato di frequente sulla prima finta di tiro dell’avversario, che questi ultimi hanno sfruttato guadagnandosi un fallo andando a contatto con il corpo di Bagley o semplicemente penetrando a canestro.
In ogni caso, bisogna ricordare che molte matricole faticano in difesa al loro primo anno in NBA: è una dote che si migliora con l’esperienza. Bagley ha solamente venti anni, e nonostante le sue ottime doti fisiche (un’apertura alare da 2,15 metri, velocità ed esplosività) il suo corpo deve ancora raggiungere il completo sviluppo. Quindi, tutti segnali che fanno ben sperare: bisognerà aspettare l’inizio di stagione per vedere quanto è migliorato sotto questo aspetto e quali saranno le probabilità di vederlo esplodere in questa stagione.