Miami Heat
Se ormai parliamo soprattutto della NBA come di una “players league” un motivo ci dovrà pur essere. Jimmy Butler voleva essere lo sceriffo indiscusso della sua contea e a Miami ha trovato 140 milioni di ragioni, dilazionate in quattro anni, per perorare la sua causa. La sola presenza di una superstar come Butler dovrebbe garantire agli Heat la partecipazione ai playoff e il prodotto di Marquette sembra aver iniziato con il piede giusto. Questi discorsi lasciano quasi sempre il tempo che trovano, ci mancherebbe, ma lo scorso anno con 41 vittorie a Est si accedeva alla postseason e c’è da credere che anche per la stagione che sta per iniziare sarà quello il tetto da sfondare per giocare a maggio. Gli Heat hanno chiuso con un record di 39-43 e pensare che Butler non possa portare almeno 3W in più è piuttosto irrealistico.
Pat Riley vorrebbe aggiungere un’altra stella al suo roster, ma per ora non ci sono nomi caldi, molto dipenderà probabilmente da quello che saranno in grado di mostrare gli altri giocatori di Miami nei primi mesi di Regular Season.
Coach Spoelstra, fresco di rinnovo fino al 2024, è pronto a iniziare una nuova stagione alla guida dei suoi Miami Heat. Sull’altare di Butler sono stati sacrificati Richardson e Whiteside, è arrivato Meyers Leonard e, attraverso il draft, è molto intrigante la scelta di Tyler Herro.
Un po’ come i Magic, anche l’altra franchigia della Florida ha costruito le sue fondamenta sulla metà campo difensiva. La partenza di Whiteside, direzione Portland, consentirà a Adebayo di prendersi l’intero palcoscenico e diventare quel difensore monstre che abbiamo già intravisto durante le sue prime due stagioni da professionista. Il prodotto di Kentucky ha dimostrato degli istinti difensivi spaventosi, è migliorato molto nella lettura del gioco (con e senza palle) e sta studiando per diventare un rim protector d’élite (è già oggi uno dei migliori lunghi per defrtg). Essendo un 5 atipico, non teme di essere chiamato fuori dal pitturato e non è inusuale vedere Spoelstra assegnargli la miglior ala della squadra avversaria.
Un altro giocatore che è chiamato al definitivo salto di qualità è Justise Winslow. Quella appena passata è stata la sua miglior stagione da quando è entrato nella lega: con lui in campo la squadra subisce quasi quattro punti in meno ogni 100 possessi (miglior dato tra i suoi compagni), la sua efficacia da oltre l’arco è sensibilmente migliorata, su 4 tiri a serata ne segna il 37%, percentuale che può ancora alzarsi, specialmente quest’anno con le doti da accentratore di Butler, per lui ci sarà ancora più libertà. Quello che sembrava essere un giocatore con buone doti difensive e poco altro, si sta trasformando in un 3&D utilissimo per lo scacchiere di coach Spoelstra, potendo giocare da 3 o da 4 senza particolari problemi e potendo marcare anche quattro posizioni all’occorrenza.
A fungere da facilitatore per Butler ci sarà sicuramente Dragic, che spera di potersi godere una stagione come si deve, senza infortuni di sorta (l’anno scorso ha giocato appena 36 partite). Con lo sloveno in campo l’attacco di Miami ha tutto un altro ritmo, il suo offrtg on the court è il migliore della squadra, tanto che, quando non c’è, gli Heat segnano circa 3 punti in meno ogni 100 possessi.
Il fit con Butler sembra eccezionale, Dragic non ha mai agognato il pallone per troppi minuti, più complicata sarà la convivenza sul parquet con Waiters, altro cliente che dalla sorte ha avuto in dote solamente brutte sorprese. L’ultima stagione con più di 50 partite per il prodotto di Syracuse risale a quattro anni fa, quando vestiva ancora la canotta di OKC. Waiters rimane un giocatore con punti nelle mani, capace di guidare la panchina degli Heat anche per lunghi tratti di partita, nonostante la tendenza a sparare un po’ a salve non gli sia mai passata.
A proposito di backup; la Summer League di Tyler Herro e Kendrick Nunn ha fatto sognare parecchia gente in Florida. Il primo è finito alla tredici nel draft, il secondo viene da una solida stagione in G League, il primo sembra dotato di più playmaking, è già a un livello avanzato nella comprensione del gioco e ha un range di tiro invidiabile, mentre il secondo è più una comboguard capace di creare dal palleggio e, nonostante una meccanica rivedibile, vede il canestro come pochissimi a questo punto della carriera. Coach Spoelstra potrebbe regalare minuti a entrambi, per capire se il futuribile core di Miami ha altri due pezzi da aggiungere per sognare in grande.