Atlanta Hawks
Una delle squadre più intriganti dell’intera lega, sicuramente, almeno in questa division, la squadra da vedere ogni volta che si ha una serata libera. Ad Atlanta si comincia a fare sul serio; la filosofia è stata impostata (fare le cose come Golden State), applicarla è una questione di tempo e di persone, entrambi fattori che giocano a favore di questi giovanissimi Hawks.
Dopo un inizio a singhiozzo, le prestazioni di Trae Young sono cresciute sera dopo sera e, dopo l’All-Star Game, è diventato un giocatore da venti ad allacciata di scarpa. Continuerà a migliorare; il suo playmaking è già tutta un’altra cosa rispetto a quello visto al college, il fit con Huerter fa ben sperare, forse non saranno paragonabili alla coppia Steph-Klay, ma stanno studiando per diventarne una versione che riesca a reggere il confronto.
Lloyd Pierce ripartirà dalle certezze della scorsa stagione: gli Hawks sono la squadra che corre di più nella lega e quella che subisce più punti ogni 100 possessi. Il secondo assunto deve cambiare, da leggere in quest’ottica la scelta di De’Andre Hunter al draft, uno che, a livello NCAA, ha dimostrato tutto il suo strapotere quando sono gli altri ad attaccare. Spaventoso agonista, istinti difensivi extralusso, può cambiare su almeno tre ruoli grazie al suo atletismo e alla sua forza fisica che lo rendono un unicum nella metà campo difensiva per quello che riguarda l’ultimo draft. Sicuramente non avrà l’hype di Cam Reddish, ma trovare giocatori così pronti per il piano superiore è davvero difficile.
A proposito di Reddish: il prodotto di Duke è finito nel sistema forse più congeniale alle sue caratteristiche. Se riuscirà a integrarsi nel gameplan degli Hawks potrebbe trovare un po’ di spazio già in questo primo anno, aggiungendo tiro da 3 e playmaking a una squadra che, per i possessi giocati, deve senza dubbio segnare più canestri rispetto la scorsa stagione. I punti di domanda su Reddish sono tanti, a partire dalla sua tenuta mentale e dalla sua comprensione del gioco, ma parliamo pur sempre di un diciannovenne con margini di miglioramento giganteschi.
Tra i veterani da segnalare l’arrivo di Evan Turner, Crabbe e Parsons. L’ex giocatore di Memphis lucra ancora sul contrattone offertogli ai tempi di Dallas; quando alla fine di questo anno il contratto scadrà, gli Hawks potranno valutare con molta serenità cosa fare. Se Parsons sarà un giocatore capace di portare punti dalla panchina e avrà un buon impatto sullo spogliatoio ci saranno i margini per continuare, altrimenti tanti saluti. D’altro canto, sia Turner che Crabbe porteranno tante garanzie all’attacco degli Hawks, con il primo a guidare la second unit e il secondo a punire costantemente da oltre l’arco, aprendo il campo per Young e Collins.
Proprio John Collins è la cometa che in Georgia aspettavano. Se solo migliorerà appena appena i suoi numeri un posto all’All-Star Game non glielo leva nessuno, è aumentato notevolmente il suo range, mette giù il pallone come un giocatore di quell’altezza non dovrebbe poter fare, nel pitturato fa quello che vuole, perché ha una tecnica spaventosa che lo porta a giocare tanti mismatch contro giocatori più grossi. Fosse un po’ meno pigro in difesa gli Hawks sarebbero già da playoff, ma per quest’anno potrebbe essere ancora troppo presto.
Poco male; coach Pierce si ritrova in mano uno dei cocktail più esplosivi della lega, nel senso più positivo del termine. Se non ci saranno problemi di leadership all’interno dello spogliatoio e se la dirigenza si muoverà con sagacia (i contratti di Young e Collins sono dei regali, il prossimo anno Atlanta sarà una delle squadre con più spazio salariale in assoluto), per gli Hawks è apparecchiato un futuro più che roseo.