Dopo essere finito nell’occhio del ciclone per il tweet da cui è scaturita la pesante controversia tra NBA e Cina, Daryl Morey cerca di tornare a concentrarsi sul suo ruolo dirigenziale.
Riportiamo di seguito alcuni estratti della lunga intervista concessa dal GM di Houston a Sam Amick di The Athletic. Al centro della chiacchierata una prima valutazione sull’arrivo di Russell Westbrook in Texas.
ASTICELLA
“Abbiamo pensato alla necessità di aggungere [al roster] un giocatore che potesse avere una marcia in più. Mi è stato chiesto se questa sia la miglior versione dei Rockets e credo sia possibile sostenerlo, non prima di aver citato la nostra squadra di qualche hanno fa, che vinse […] 65 partite. Con Russell in gruppo abbiamo la chance di essere la migliore Houston da quando sono qui, forse fin dai tempi delle squadre capaci di vincere l’anello (1994 e 1995), ma dobbiamo fare molta strada per dimostrarlo. […] A inizio stagione si osservano le tendenze rispetto al mero risultato delle partite.”
EQUILIBRIO
“L’alchimia discende dalle vittorie o sono queste ultime a discendere dall’alchimia? Come al solito, le persone che stanno agli estremi sbagliano e la risposta forse sta nel mezzo. Se fosse vero l’ultimo assunto – l’alchimia guida al successo ndr. – siamo in una buona posizione quest’anno.”
RETROSCENA TRADE
Uno scambio-lampo dalla genesi complicata:
“La distanza tra concluso e quasi concluso, per quanto riguarda un affare, si fa sentire più di qualsiasi altra cosa […]. È stato un periodo davvero intenso. Quando la gente ora mi fa notare che tra il presentarsi dell’opportunità e la definizione della trade sono passati cinque giorni, rispondo che a me sono sembrati due mesi. Ne ho parlato in termini di ‘rischio’ e la gente ha frainteso pensando che mi riferissi a Russell. Il mio compito, se ce n’è uno […], è bilanciare il presente e il futuro. Riflettevo sul fatto che quando si cedono futuri asset, mi devo assicurare che la franchigia sia protetta, [tutelata].
Morey ha voluto sottolineare, una volta di più, il contributo decisivo di James Harden:
“È stato un lavoro di squadra. James si chiedeva se esistesse un modo per portare a termine la trattativa senza sacrificare qualcuno. Sfortunatamente, i calcoli dello scambio hanno portato all’addio di Chris [Paul]. James era convinto del fatto che Russ potesse essere un ottimo fit, ma sa che non basta schioccare le dita per chiudere una trattativa nella NBA, si innesca sempre una dinamica. Lui ne è consapevole e dopo sette anni assieme, al di là di alcuni feedbak rilevanti, lascia a noi [dirigenza] la maggior parte del lavoro.”
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