Che Kyrie Irving non avesse una personalità facilmente comprensibile era già cosa nota. Dalle strampalate dichiarazioni (poi corrette in “provocazioni” dal diretto interessato) sulla forma piatta della Terra, ai tanti screzi coi giovani dello spogliatoio Celtics, Irving ha abituato gli addetti ai lavori ad aspettarsene di tutti i colori.
Comportamenti spesso imbarazzanti che sembrano non essere svaniti anche in quel di Brooklyn. A partire dal viaggio in Cina in preseason dove, durante una foto di squadra, Irving si sarebbe rifiutato più volte di togliersi il cappello. A suo dire, si sarebbe potuto rimuovere digitalmente in seguito.
Altro caso è stato il rifiuto di sottoporsi a degli esami biometrici attraverso l’utilizzo di apparecchiature indossabili. Un rifiuto che ha causato un certo disagio anche tra i compagni di squadra, abituati a sottoporsi a questi esami di routine.
A difendere il bizzarro carattere del compagno ci ha pensato Kevin Durant:
“Penso a Kyrie come ad un artista. Devi lasciargli i suoi spazi. Sappiamo cosa è in grado di darci ogni notte visto quanto è importante giocare, per lui”
“Ha il suo modo di fare le cose. Rispetto chi è e cosa fa. Ha tante altre piccole cose che vorresti trovare in un compagno di squadra ed è un grande giocatore. Rispetterò sempre il modo che ha di prepararsi alle 7.30 di ogni sera (orario delle partite, ndr), qualsiasi esso sia”
Leggi anche:
Kerr: “Più tiri da 3 per Curry? Non posso trasformarlo in Harden”
Notte da ex per Westbrook: le dichiarazioni
Inciampo Nets a Memphis: il punto di coach Atkinson
Commento