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I 10 “losing efforts” più importanti nella storia della NBA

Quando segnare 50, 60, 70 punti non basta a vincere la partita: ecco le più incredibili prestazioni individuali non coincise con un successo di squadra

6. Devin Booker, 70 e non sentirli

 

Fa un certo effetto leggere il nome di Devin Booker, la giovane star dei Phoenix Suns che praticamente deve dimostrare ancora tutto, in mezzo a mostri sacri della storia NBA come Wilt Chamberlain, Kobe Bryant, Elgin Baylor, David Thompson. Una sorta di ristrettissimo “Club Seventy”: perché questi signori sono gli unici ad aver raggiunto la ionosfera dei 70 punti buttati nel canestro in una singola serata, e sono tutti comprovati Hall of Famers.

Eppure i 70 punti messi a segno da Booker, nei regolari 48 minuti, sono la decima prestazione realizzativa nonché il quarto losing effort di sempre. Il 27 marzo 2017, a soli 20 anni e 145 giorni, il figlio di Melvin è entrato negli annali, nonostante lo abbia fatto una partita di fine regular season dai toni dimessi e con una squadra lontana da qualsiasi ambizione Playoffs.

Al TD Garden i Celtics vincono 130-120, ma è il sophomore Booker a catalizzare le maggiori attenzioni, segnando 51 dei 70 punti tutti nel secondo tempo, aggiungendovi 8 rimbalzi e 6 assist, con 21/40 dal campo e 24/26 dall’arco, permettendosi pure un freddino 4/11 al tiro da tre, una delle sue armi migliori. Certo, la prestazione va contestualizzata: non era certo una partita in cui si pensasse molto a difendere da un lato e a giocare di squadra dall’altro, ma i numeri son sempre numeri e la naturalezza con cui Devin riusciva a trovare il canestro davvero impressionante.

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