Seguici su

Curiosità

I 10 “losing efforts” più importanti nella storia della NBA

Quando segnare 50, 60, 70 punti non basta a vincere la partita: ecco le più incredibili prestazioni individuali non coincise con un successo di squadra

3. LeBron James: 51 alle Finals. O del sublime

 

Il 31 maggio 2018, giorno di Gara 1, LeBron James è all’ottava apparizione consecutiva alle NBA Finals. Già di per sé qualcosa di eccezionale. Come se non bastasse, per il quarto anno di seguito, ad affrontarsi nell’ultimo, sublime atto della stagione ci sono Cleveland Cavaliers e Golden State Warriors. Una tetralogia degna di un fantasy.

I pronostici pendono tutti verso la Bay Area: Steph Curry, Klay Thompson, Draymond Green, ma soprattutto Kevin Durant, insieme in campo e al top della forma sono irresistibili. E infatti sarà ancora anello per i Warriors, il terzo: sweep 4-0 e fine della saga. Dall’altra parte un’intera città poggia sulle larghissime spalle del Re. Ma gli uomini di coach Tyronn Lue vengono da una stagione travagliata e sembrano non avere i mezzi per contrastare la macchina perfetta di Steve Kerr. L’unico che potrebbe invertire il pronostico è lui: LeBron. Non si tira indietro.

In Gara 1 alla Oracle Arena, LeBron esegue una celestiale sinfonia di canestri da ogni posizione, penetrazioni, schiacciate, assist illuminanti, prove di forza. Il miglior giocatore del decennio contro la miglior squadra del decennio. Realizza 51 punti, flirtando con la tripla doppia (8 rimbalzi e 8 assist). A 4 secondi dalla fine le contendenti sono pari, ma il pasticcio di JR Smith manda tutto all’overtime, dove i Warriors agguantano la vittoria per 124-114. E non si fermeranno più.

Clicca per commentare

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Advertisement
Advertisement
Advertisement

Altri in Curiosità