Le comunicazioni di Donald Trump sul Coronavirus procedono ininterrottamente attraverso il suo canale preferito: twitter. Il presidente degli Stati Uniti d’America, nei suoi ultimi tweet ha etichettato il COVID-19 come il “virus cinese”, utilizzando questa espressione in continuazione:
“Gli Stati Uniti aiuteranno in maniera decisa tutte quelle industrie — dalle compagnie aeree in giù — colpite duramente dal Virus Cinese. Torneremo più forti di prima”.
Jeremy Lin, californiano di origini asiatiche, nelle scorse ore ha risposto in maniera decisa alle parole di Trump, chiedendo rispetto verso gli asiatici, a suo dire troppe volte al centro di discriminazioni negli USA. Queste le parole dell’ex giocatore NBA, attualmente in forza ai Ducks nella Chinese Basketball Association:
“Preferirei che aiutassi in maniera decisa tutta le gente vulnerabile costretta a soffrire per la tua orrenda gestione di questo virus, compresi quelli offesi dal razzismo che continui a giustificare. E non voglio sentire parlare di morbillo tedesco o influenza spagnola, perché ogni giorno gli asiatici-americani, comprese persone che conosco personalmente, sono minacciate e attaccate fisicamente. Non mi interessa nulla della storia dei nomi: quello che so è che questo sottile messaggio anti-asiatico non fa altro che giustificare ulteriore odio nei nostri confronti”
“Non mi sta bene il modello vecchia scuola che assegna a noi, minoranza asiatica, uno stigma per cui non saremmo capaci di farci sentire e di portare avanti i nostri interessi. Volete veramente farmi credere che ci sia ZERO sentimento anti-cinese in questa definizione del virus? Volete dirmi in tutta sincerità che negli Stati Uniti di oggi gli asiatici non devono ancora sopportare continui attacchi fisici? Vi viene così difficile usare le parole coronavirus o COVID-19? Siamo nel mezzo di una crisi e giochiamo a dare le colpe”.
LEGGI ANCHE
La NBA aumenta la propria linea di credito
NBA, Kevin Durant positivo al Coronavirus