La domanda che spesso e volentieri accompagna tutti i tifosi NBA degli anni ’90 è sempre la stessa: se Michael Jordan non si fosse ritirato durante il suo prime, avrebbe vinto 8 titoli di fila? Una risposta purtroppo non c’è e non saprebbe darla nemmeno Steve Kerr, attuale coach dei Golden State Warriors ed ex compagno di squadra di MJ ai tempi dei Chicago Bulls. L’ex play, infatti, ha provato a ricostruire la situazione di quegli anni in cui Jordan decise improvvisamente di lasciare il basket giocato per concedersi una pausa dai riflettori:
“A volte la gente mi dice: “Se Michael fosse rimasto con voi, avreste vinto otto titoli di fila.” Questa è la cosa più assurda che io abbia mai sentito. Le persone non hanno idea di quanto sia emotivamente svuotante per una squadra continuare a vincere.”
Kerr ha continuato a sostenere la sua argomentazione, sottolineando come Michael Jordan fosse letteralmente esausto mentalmente dopo aver vinto il primo three-peat con i Chicago Bulls:
“Per me, il motivo per cui abbiamo vinto i secondi tre anelli è stato proprio perché Jordan si ritirò e riuscì a ricaricare le batterie. Ne aveva bisogno, disperatamente. Ed è per questo che si è ritirato. Era andato in burnout. C’erano strane teorie e congetture sul ritiro di MJ, come: ‘David Stern gli ha detto che non può giocare per punzione?’ Come se fosse una cosa intelligente impedire al più grande giocatore di sempre di tornare nella Lega. Un’altra teoria era quella che vedeva MJ troppo sotto dal gioco d’azzardo. Tutte queste teorie di cospirazione erano semplicemente stupide. In realtà era solo fritto. Soprattutto dopo la morte del padre. Si è giustamente preso il suo tempo per superare ogni cosa, un paio di annetti, per ricaricare le batterie e conquistare altri tre titoli NBA.”
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