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I 10 Migliori giocatori NBA provenienti direttamente dall’High School

Giocatori fuori dall’ordinario, talmente speciali e talentuosi da potersi concedere di saltare il college e buttarsi con il coltello fra i denti nella giungla dei professionisti, questi sono i 10 protagonisti della TopTen.

6. Kevin Garnett

K.G. davanti ad un murales della Ferragaut Career Academy di Chicago

Figlio della Carolina del Sud, ma soprattutto di sua madre Shirley, K.G. era il secondo di tre bambini che sua madre ebbe dal padre biologico di Garnett; padre che tuttavia non rivestì mai nessun tipo di ruolo nella vita del futuro giocatore dei TWolves.

Ad occupare la figura paterna ci pensò Ernest il nuovo compagno di Sharley e per diretta conseguenza patrigno di Kevin. Tra i due uomini di casa venne a saldarsi un ottimo rapporto che consentì a K.G. di poter avere a disposizione, durante la sua infanzia ed adolescenza, una figura maschile di riferimento.

L’amore fra la pallacanestro e Garnett sbocciò molto presto, ovvero quando Kevin frequentava la Hillcrest Middle School (le scuole medie) e si dilettava nello sport che guarda al cielo per puro divertimento con i suoi compagni di classe ed i suoi amici d’infanzia.

Venuto il momento di andare al liceo, “The Big Ticket” si iscrisse alla Mauldin High School situata nella omonima località del South Carolina, luogo dove per la prima volta iniziò a giocare un basket organizzato e competitivo che aiutò K.G. a scoprire e sviluppare le sue incredibili doti cestistiche.

Le cose sembravano filare per il meglio, per 3 anni tutto andò liscio e regolare. Tuttavia nell’estate prima dell’ultimo anno accadde un fatto dai risvolti potenzialmente tragici per il futuro di Garnett: K.G. si racconta si trovasse nei pressi di una rissa molto accesa, scoppiata fra un gruppo di studenti bianchi e uno di studenti afroamericani, lui disse che non era stato direttamente coinvolto nella colluttazione, ma l’arresto scattò comunque, come anche l’accusa per linciaggio di gruppo.

Le colpe attribuitegli fortunatamente caddero perché considerate infondate, il danno però ormai era stato fatto; la sua famiglia aveva paura che il giovane fosse preso di mira dagli altri componenti della comunità a causa dell’ingombrante precedente, e così Kevin, su consiglio dei suoi cari, si vide costretto a trasferirsi a Chicago per affrontare il suo quarto ed ultimo anno di liceo.

La Ferragaut Career Academy lo accolse a braccia aperte conscia delle incredibili doti del giocatore che ormai poteva godere di una ragguardevole notorietà, con la squadra liceale riuscì ad ottenere un record statale di 28-2, risultato che consentì a Kevin di essere nominato Mr. Basketball per lo stato dell’Illinois e miglior prospetto liceale della nazione da USA Today.

K.G. nel suo ultimo anno viaggiò a 25 punti, 17 rimbalzi, 7 assist e 6 stoppate con il 66% dal campo, numeri stratosferici che ovviamente gli valsero la chiamata al McDonald’s All-American del 1995 dove venne eletto MVP dell’esibizione e inserito nella TOP 35 dei migliori talenti selezionati nella storia della competizione liceale.

Con un biglietto da visita del genere Garnett non ci pensò due volte e si rese eleggibile per il draft del medesimo anno, ovvero il 1995, dove venne selezionato dai Minnesota Timberwolves con la quinta scelta assoluta al primo giro.

La decisione di rendersi immediatamente eleggibile fu presa anche in funzione del fatto che Garnett non aveva raggiunto il punteggio minimo del test ACT, il superamento di tale prova era, com’è tuttora, un requisito minimo obbligatorio per potersi immatricolare nel circuito NCAA.

A posteriori K.G. dichiarò che se per qualche strana ragione non fosse entrato nella NBA, il college su cui aveva messo gli occhi era l’università del Maryland.

 

Garnett in maglia Celtics

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