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I 10 Migliori giocatori NBA provenienti direttamente dall’High School

Giocatori fuori dall’ordinario, talmente speciali e talentuosi da potersi concedere di saltare il college e buttarsi con il coltello fra i denti nella giungla dei professionisti, questi sono i 10 protagonisti della TopTen.

3. Moses Malone

Vera e propria leggenda del basket NBA, inserito nei 50 migliori giocatori di tutti i tempi, campione NBA nel 1983 (eletto MVP delle finals), tre volte eletto miglior giocatore della regular season e 12 volte All-Star. Tutto questo e molto altro è stato Moses Malone.

Una stella che non ha mai brillato su parquet come un campione di pallacanestro canonico, Moses non era per nulla appariscente nel modo di giocare: non eseguiva schiacciate acrobatiche o passaggi dietro la schiena e neppure violente stoppate, ma era decisamente più convenzionale e concreto.

Malone era movimenti in post-basso, tanti rimbalzi e tiro esclusivamente dentro l’area a distanza ravvicinatissima col ferro, limitato diremmo noi oggi con gli attuali standard, martellante e caparbio se visto con la filosofia cestistica di 40 anni fa.

Malone nacque a Petersburg in Virginia, una cittadina di 30.000 abitanti che si sviluppa intorno al letto del fiume Appomattox, vicino alla più nota Richmond.

In famiglia fin da bambino soffrì di gravi disagi, la madre infatti aveva conseguito solamente il grado elementare di istruzione ed era costretta a svolgere piccoli lavori occasionali, mentre il padre era un alcolizzato perso che si vide obbligato ad abbandonare la casa quando Moses aveva solo 2 anni.

Un particolare riguardante la storia di Moses è senz’altro curioso: i sui genitori erano entrambi molto bassi (né la madre né il padre superavano il metro e 60), mentre Malone invece spiccava fra i suoi coetanei.

Malone da adolescente sfiorava i 2 metri (si sarebbe fermato intorno ai 2.06) e quando si iscrisse alla Petersburg High School la pallacanestro gli sembrò lo sport più adatto alle sue caratteristiche, visto che oltre alla sua fisicità Moses poteva contare su una buona agilità e su una velocità di piedi decisamente fuori dalla norma per la stazza di cui disponeva.

Nei suoi due anni da senior vinse 50 partite su 50 portando i Crimson Wave (la squadra della scuola) a conseguire due titoli statali consecutivi per lo stato della Virginia.

Il ragazzo si era donato anima e corpo alla pallacanestro, non che potesse fare molto altro visto che i risultati a scuola non erano certo dei migliori: in aula non lo aiutò il fatto che era balbuziente ed inoltre aveva delle grosse difficoltà a formulare frasi e concetti correttamente.

Nel 1974 finito il liceo decise di entrare direttamente nei professionisti, soprattutto in funzione del fatto che la sua famiglia era praticamente sull’orlo della povertà. Dunque si rese eleggibile al draft, ma non a quello NBA bensì a quello ABA, la lega concorrente che a quei tempi si spartiva equamente con la national basketball association giocatori ed interessi della pallacanestro stelle e strisce.

Moses fu probabilmente il primo giocatore in assoluto ad entrare direttamente nei professionisti senza frequentare il college, la scelta fece molto rumore venendo classificata come inusuale e molto audace, talmente eccezionale che addirittura il New York Times si scomodò per indagare sulla notizia alla quale dedicò un articolo di approfondimento.

Moses, nella lontana eventualità che non fosse riuscito ad accedere al campionato professionistico, aveva comunque pronto un piano alternativo di riserva: infatti prima di rendersi ufficialmente eleggibile inviò una lettera di intenti all’Università del Maryland.

Fortunatamente venne reclutato dagli Utah Stars e messo sotto contratto per 5 anni per una ragguardevole cifra; nel 1976 improvvisamente la ABA fallì e così venne assorbita dalla NBA, la quale consentì ad intere franchigie (perlomeno quelle rimaste sane) di entrare nella lega, ed ai giocatori rimasti senza contratto di venire selezionati nel “dispersal draft” in modo tale da trovare una nuova sistemazione.

Malone che nel mentre era passato agli Spirits of Saint Louis venne prima selezionato dai Portland Trail Blazers e infine spedito ai Buffalo Braves, “il presidente dei rimbalzi ” entrò così in NBA.

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