Insieme ai Chicago Bulls hanno vinto tre titoli, tra l’altro consecutivamente. Seattle SuperSonics e Utah Jazz, rispettivamente una volta e due, gli avversari schiacciati alle Finals. Un rapporto ben solido quello tra l’attuale allenatore dei Golden State Warriors, Steve Kerr, e il leggendario Michael Jordan. Una relazione fortificata con il passare degli anni, ma che ai suoi primi bagliori non è stata esattamente idilliaca.
Per scoprire ciò che è successo dobbiamo fare un salto indietro nel tempo, tornando al training camp antecedente la stagione 1995/1996. His Airness era da poco tornato nel mondo NBA dopo la breve esperienza nella Minor League Baseball e, come c’era da aspettarsi, lottò con aggressività e caparbietà fin dal primo giorno per imporre nuovamente il suo status di leader. Lo spirito veemente di MJ si scontrò proprio con Kerr, a tal punto che i due imbastirono una violenta scazzottata da cui coach Steve uscì con un occhio nero. L’episodio, però, contrariamente a quanto si possa pensare non ha diviso i due ex compagni di squadra, ma li ha uniti fino a edificare un ottimo rapporto.
Steve Kerr ha commentato così l’accaduto:
“Oggi direi che quel pugno ha aiutato la nostra relazione, anche se questo può suonare davvero strano! Comunque, non lo consiglierei davvero a nessuno. Personalmente, in quel caso, credo che Michael volesse mettermi alla prova e io ho risposto. È come se avessi passato il test e, da lì Michael ha avuto sempre più fiducia in me.”
Kerr, inoltre, ha voluto chiarire le differenze tra quel tempo e quello di adesso:
“L’episodio va inquadrato nel contesto di una intensa competizione. Una cosa che a quel tempo era molto più forte rispetto ad oggi è l’intensità degli allenamenti. Credo che oggi si tenda di più a preservare i giocatori. È tutto più centrato sul riposo e sul recupero. A quel tempo, ho assistito a lotte in ogni franchigia in cui ho giocato.”
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