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I 10 giocatori NBA con passioni insospettabili

Da Stephen Curry a Pau Gasol fino a Paul George: ecco come sono nate alcune delle passioni più ‘strane’ dei giocatori NBA!

4. Record a grappoli per LeBron James

LeBron Raymone James è fuor di dubbio uno dei primi dieci giocatori della storia di questo sport, per molti al pari di Jordan, per taluni perfino al di sopra. Chiunque lo conosce, lo apprezza, lo emula per le visionarie giocate sul parquet, come, al tempo stesso, una fazione lo considera lo sportivo più odioso del panorama americano. Bisogna però ricordare che la vita de “Il Prescelto”, nonostante pensi alla pallacanestro quasi sempre ed anche quando gioca alla Playsation lo faccia per imparare e studiare, consta anche di altro ed occupa di diritto il primo posto nei suoi interessi privati la passione per l’enologia.

A tutti gli effetti LBJ si proclama degustatore esperto di vini europei e californiani, assaggiatore di svariate qualità, specie di rosso, ed amante del bere, non logicamente con scopo edonistico-allucinatorio. Ogni grande oratore possiede nella propria faretra le dimostrazioni tangibili delle proprie affermazioni e, proprio per mostrare l’amore per questo rustico passatempo, poco adatto teoricamente ad un atleta, si è dilettato negli ultimi anni a postare con tanto di hashtag #vinochronicles sui suoi profili social foto di bottiglie vuote, certe da collezione ed anche in numero abbondante, di vini di ogni provenienza, lasciando intendere serate passate all’insegna del simposio.

Sassicaia 1984, Chassagne Montrachet e Montepulciano sono solo alcuni (di quelli visibili dai profani) che appartengono alla sua collezione e che condivide per giunta con la famiglia. In una intervista rilasciata ad ESPN nell’ottobre 2018 disse:

“I miei figli Bronny e Brice pur avendo 14 ed 11 anni, ne dimostrano ben di più: bevono regolarmente vino, accrescendo la loro maturità giorno dopo giorno. Ci tengo a precisare che sia stata soprattutto una decisione mia, non di mia moglie, perché voglio abituarli, senza esagerazioni, ad una vita da adulti. La mentalità è pressoché quella, anche perché tra poco guideranno”.

Poi, piccato da una domanda sul possibile calo prestazionale dovuto al vino, ha proseguito dicendo:

“Ascoltate, sto giocando fisicamente e mentalmente il miglior basket della mia carriera bevendo regolarmente mezzo litro di vino al giorno. Cosa devo dire? Farà bene al sangue probabilmente”.

Tralasciando le diagnosi personali del dottor James, il numero 23 dei Lakers ha confermato di aver sensibilizzato talmente a fondo il suo palato in termini enologici da saper riconoscere in pochi istanti la maggior parte dei vini propostigli ed avere questa genialità di fronte al calice come davanti al canestro lo inorgoglisce parecchio. Si appresta ad affrontare la sua diciassettesima stagione con tiratura fisica disarmante, forse come mai prima, vogliamo veramente gettargli la croce addosso se degusta il Rosso del Bepi?

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