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I Quintetti NBA più iconici di questo millennio secondo Bleacher Report

I quintetti delle migliori squadre NBA degli ultimi 20 anni. Un concentrato di talento, tecnica, affiatamento e, naturalmente, vittorie

Los Angeles Lakers 2000-2001

Quintetto: Derek Fisher, Kobe Bryant, Rick Fox, Horace Grant, Shaquille O’Neal

La coppia Kobe Bryant-Shaquille O’Neal fu senza dubbio la più dominante d’inizio anni 2000. Tutto il potenziale di questa squadra si scatenò durante i Playoff del 2001. Shaq si trovava nel suo “prime”, la stagione precedente fu nominato MVP, inoltre era nel mezzo della sua striscia di 3 MVP delle Finals consecutivi. Kobe fece il definitivo salto di qualità, ed entrò nell’élite della NBA. Gli altri giocatori s’integravano perfettamente con le due star. Inoltre, la squadra era costruita perfettamente per giocare con il triangolo marchio di fabbrica di quel Phil Jackson che aveva dominato gli anni ’90. Durante la stagione regolare i giocatori non resero al meglio, ma ai playoff, i Lakers persero una sola partita, alle Finali NBA. Solo 48 punti di Allen Iverson riuscirono, per una sola sera, a fermare questa corazzata.

 

San Antonio Spurs 2006-2007

Quintetto: Tony Parker, Manu Ginobili, Bruce Bowen, Tim Duncan, Fabricio Oberto

Non si poteva non inserire la dinastia dei San Antonio Spurs. In quella stagione, i Big 3, Tony Parker, Manu Ginobili e Tim Duncan, diedero sfogo a tutto il loro talento. Duncan aveva appena compiuto 30 anni ed era nel pieno della sua striscia di presenze nei quintetti All-NBA. Parker, per la seconda volta in carriera, partecipò all’All-Star Game. Per Ginobili fu la miglior stagione fino a quel momento, con ottime medie per punti e percentuale da tre punti. La squadra risultava veramente completa. Finirono nella Top 5 per quanto riguarda l’efficienza sia offensiva, che difensiva. Ai Playoff persero solo 4 partite. Gli avversari non furono propriamente irresistibili: alle Semifinali di Conference affrontarono i Suns, privi degli squalificati Stoudemire e Diaw. Alle Finals NBA batterono facilmente i Cavs di un giovane LeBron James, a cui mancava un supporto adeguato.

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