Recentemente intervistato da ESPN, Paul Biancardi, storico esperto di pallacanestro giovanile ed attuale direttore nazionale della sezione “Recruting” proprio per ESPN, ha costruito sensatamente un interessante paragone tra LeBron James e suo figlio Bronny, considerando oculatamente solo il rispettivo livello di gioco durante i primi anni del liceo.
Biancardi fu vicinissimo a reclutare per l’università di Ohio State nell’anno 2003 proprio il giovane LeBron James, all’epoca studente liceale attivo proprio in Ohio presso quella Saint Vincent- Saint Mary High school che lasciò per tentare, con discreto successo, il grande salto direttamente in NBA.
La squadra di osservatori di ESPN ha appena inserito nella classifica dei migliori 25 prospetti della classe del 2023 proprio LeBron James Jr, reduce dalla sua prima stagione da liceale presso Sierra Canyon. Il novero è capeggiato dal fenomenale Mikey Williams, con il quale Bronny ha anche diviso lo spogliatoio e le chiavi della squadra durante un torneo giovanile di qualche anno fa. Questa certificazione di bravura si è rivelata il pretesto più pertinente per intavolare un abbozzo di paragone tra padre e figlio:
“Sono entrambi grandi passatori, dotati della non sottovalutabile abilità di migliorare i propri compagni. LeBron però aggrediva maggiormente le partite, essendo l’unica stella della squadra ed il giocatore più dominante fisicamente, mentre Bronny, che ricordo essere ben più giovane dei suoi compagni, ha un ruolo più defilato in una squadra decisamente talentuosa ed esperta. Il ragazzo però, nonostante non abbia ancora completato lo sviluppo fisico, risulta essere un miglior tiratore rispetto al padre dei tempi del liceo. Non è un tiratore naturale nemmeno lui, ma è più preciso e tira abitualmente già da distanza NBA. Il tiro dalla media e da 3 potranno consacrarlo, ma bisogna aspettare che completi la sua maturazione fisica (attualmente, alla voce altezza, abbiamo registrato 188 cm). Dovesse crescere esponenzialmente potrebbe emulare quella completezza tecnica che rende il padre uno dei migliori. Il fardello che porta sulle spalle è incalcolabile: con quel cognome dovrà gestire bene la pressione ed eventualmente gli insuccessi, armandosi di quella grande maturità che ha sempre dimostrato e che gli ha sempre riconosciuto il padre.”
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