La morte di George Floyd, vissuta tra l’altro in mondovisione, ha squarciato nel profondo l’indignazione di ogni essere umano di questo pianeta. E, soprattutto, di una popolazione che è stanca di subire abusi, di essere vittima di un odio incondizionato e ingiustificato, di vedere la propria esistenza ridotta il più delle volte alla nullità. Le strade degli Stati Uniti, ma non solo, sorreggono la marcia di migliaia di persone che chiedono pacificamente giustizia. E tra queste persone, si sono confuse anche star della NBA.
Garrett Temple, guardia dei Brooklyn Nets, tornerà a mettere piede sul parquet a partire dal 30 luglio. Nel frattempo, ha voluto sottolineare che la ripresa dello sport possa rivelarsi cruciale per dar vita a opportunità di dialogo. In particolare, il numero 17 crede che la ripartenza del campionato possa aiutare le persone di colore a combattere le oppressioni del sistema:
“Il gap economico tra America Bianca e Nera è astronomico. Con buona coscienza, non posso dire ai miei fratelli di buttare via milioni di dollari con lo scopo di creare un cambiamento di cui non vedo il diretto impatto. Se ci fosse un impatto diretto sul cambiamento delle leggi, allora sarebbe un’altra storia.”
Poi continua:
“Una ragione per cui andare a Orlando è che, mentre siamo lì, possiamo parlare tra di noi e magari uscire con un piano, con un’azione concreta. Abbiamo bisogno di unirci e trovare qualcosa. L’attenzione si concentrerà su di noi mentre saremo in quella bolla. So che possiamo pensare a qualcosa che non affligga le tasche dei nostri giovani uomini neri. Alla fine del giorno, i soldi aiutano ma non sono tutto. E ne abbiamo bisogno nella nostra comunità, ora più che mai. Il gap economico è troppo largo.”
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