Avanzano in maniera prepotente le voci su un Kyrie Irving contrario alla ripartenza della NBA nella bolla di Orlando, Florida. Il piano di sicurezza presentato dalla lega non è piaciuto al giocatore dei Brooklyn Nets che vuole avere anche la possibilità di impegnarsi attivamente in tutte le questioni sociali aperte più che mai negli Stati Uniti. Ed ecco che diversi media americani, nella notte, hanno riportato l’idea di Irving di creare una lega alternativa alla NBA gestita direttamente dai giocatori stessi. Proposta che lo stesso Kyrie avrebbe avanzato dapprima ai suoi compagni di squadra dei Nets attraverso una chat di gruppo. Ad annunciare la notizia è stato Stefan Bondy del New York Daily News.
Il report di cui sopra è stato però smentito con forza da Bleacher Report che ha riportato come il play non abbia mai affrontato la possibilità della creazione di una lega proprietaria ai giocatori dei Nets. Anzi, pare che Irving avesse già lasciato la chat di squadra qualche settimana fa, senza specifici motivi. Secondo ‘The Ringer’ invece, non è la prima volta che il 28enne tenta di avanzare una proposta di questo tipo ai suoi colleghi.
Irving, che è vicepresidente del comitato esecutivo della National Basketball Players Association, negli scorsi giorni ha organizzato diverse call con i suoi colleghi giocatori per discutere delle loro preoccupazioni e ha contribuito a formare una coalizione di atleti con l’obiettivo di affrontare le questioni di giustizia sociale e salute. Per ora raccogliendo il favore di diversi colleghi.
Secondo quanto riferito, le preoccupazioni del gruppo sono il ruolo della lega nel discorso sulla giustizia sociale, il trattamento dei neri e i protocolli sanitari per quando la stagione riprenderà a Walt Disney World a luglio. Nel frattempo, un parziale incontro da parte della NBA alle richieste dei giocatori è arrivato: Adam Silver, infatti, consentirà a tutti i giocatori che si sentono a disagio nel riprendere a giocatore, di restare fuori per il resto della stagione. Il giocatore in questione vedrà però ridursi il proprio stipendio dell’1.1% per ogni partita saltata.
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