Martedì si è svolto un incontro tra i leader della NBA e il sindacato dei giocatori (NBPA) per affrontare alcuni temi di carattere sociale. Con l’avvicinarsi dei Playoffs, infatti, la lega ha deciso di promuovere diverse iniziative legate soprattutto agli eventi delle ultime settimane. L’incontro si è concluso con un accordo secondo cui “l’obiettivo del riavvio della stagione a Orlando sarà quello di intraprendere azioni collettive per combattere il razzismo sistemico e promuovere la giustizia sociale”.
All’incontro hanno partecipato il commissario della NBA Adam Silver, la direttrice esecutiva sindacale dei giocatori Michele Roberts, il presidente del sindacato e guardia degli Oklahoma City Thunder, Chris Paul, e il vice presidente e giocatore dei Miami Heat, Andre Iguodala, con lo scopo di far avanzare la risposta della lega ai problemi di giustizia sociale.
Si è avuto modo di discutere parecchio su temi di carattere sociale e sul sempre maggiore coinvolgimento delle persone di colore all’interno del mondo NBA.
Nel comunicato stampa, Chris Paul ha precisato:
“Le questioni del razzismo sistemico e della brutalità della polizia nel nostro paese devono finire. In quanto unione di giocatori della NBA e come campionato, è nostro compito mettere in evidenza questi problemi e lavorare per attuare il cambiamento. Come giocatori, abbiamo assunto un ruolo di leadership quando si tratta di usare le nostre voci e implementare soluzioni pratiche. C’è molto lavoro da fare sia a Orlando che a lungo termine per continuare lo slancio e portare cambiamenti reali e duraturi nella nostra società”.
L’incontro è arrivato in un momento molto particolare, non solo per le proteste negli Stati Uniti, ma anche per la vera e propria ripresa della NBA nella bolla di Orlando. Molti giocatori stanno ancora decidendo se prendere parte alla competizione o rinunciare per ridurre il rischio di nuovi infortuni. L’inizio dei giochi è previsto per il 30 luglio e il periodo di fine stagione si prospetta per l’inizio di ottobre.
Un altro motivo che frena i giocatori dal tornare a mettere piede sul parquet sono le proteste che ancora oggi si stanno svolgendo negli USA. In molti vogliono sostenere il movimento “Black Lives Matter”, e per farlo potrebbero anche rinunciare a giocare.
Lou Williams, per esempio, la scorsa settimana ha dichiarato che non era sicuro di tornare a giocare per i Los Angeles Clippers proprio per questo motivo. A tal proposito ha dichiarato:
“Se vengono uccisi più bambini neri o più adulti neri o altri che si occupano di brutalità della polizia e siamo ancora indignati, non so se è nel nostro interesse adattarsi perché sembra che non ci importi”.
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