Matt Barnes nella giornata di oggi è tornato a parlare del tema razzismo negli Stati Uniti e nello sport in generale. L’ex giocatore NBA ha sostanzialmente fatto un ritratto sulla situazione attuale confessando come all’interno della lega ci siano molti più Donald Sterling di quanto si pensi. L’ex ala di Golden State, in una intervista rilasciata a Bleacher Report, ha assicurato che l’ex proprietario dei Los Angeles Clippers – costretto a vendere nell’aprile del 2014 – non era l’unico owner con una mentalità razzista:
“Ce ne sono molti. E non solo nella NBA, ma anche nella NFL… e lo so per certo. Non voglio fare nomi, ma c’è sempre un buon gruppo di owner anziani che ha fatto soldi nel settore petrolifero o in quello immobiliare che posseggono questi tratti. Si tratta spesso di gente cresciuta negli anni 60-70 e istruita in un certo modo. Guardano i giocatori come – senza voler usare il termine ‘schiavo’ che è un po’ troppo duro – se avessero ancora una visione dei lavoratori delle piantagioni. Come se volessero dire “questi sono i miei ragazzi, li pago, gli porto il pane a tavola e permetto a loro di avere una casa.”
Barnes ha giocato all’interno della NBA per 15 lunghe stagioni, giocando per nove squadre diverse. Conosce bene “l’ecosistema” della lega e sostiene come non sia un caso il mancato supporto di diversi owner riguardo le ultime manifestazioni ricollegabili al movimento “Black Lives Matter”:
“In particolare, se notate, quanti proprietari si sono davvero esposti in una situazione di questo tipo e hanno parlato con i propri giocatori? Quanti proprietari pubblicamente hanno preso posizione, parlando per nostro conto? Quanti di questi allenatori del college o di leghe superiori, nel calcio o nel basket, hanno preso posizione schierandosi al nostro fianco? Non troppi.”
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