La NBA ha annunciato importanti novità riguardanti il protocollo contro il COVID-19 con l’intento di accelerare i tempi di ritorno sul parquet per quei giocatori che hanno ottenuto un test “inconcludente”. Il nuovo procedimento è stato spiegato dal giornalista di ESPN Adrian Wojnarowski: il giocatore NBA – con il test inconcludente – sottoposto a quarantena e con un primo tampone negativo, sarà autorizzato a giocare la partita successiva, a patto di risultare negativo a un altro tampone un’ora prima della palla a due. Con il vecchio protocollo, i giocatori dovevano restare in quarantena per 48 ore dopo un test inconcludente.
Attualmente, 5 test ogni 1000, svolti dalla NBA, non danno risultato. Le franchigie NBA si erano lamentate della possibilità di vedere le loro star ferme ai box a causa di un test inconcludente. Dover rinunciare a dei giocatori, anche se non hanno effettivamente nessun problema, è una possibilità che non andava giù alle varie squadre. I dubbi riguardavano soprattutto i playoff, dove il problema sarebbe stato molto più grande. La NBA ha quindi modificato la regola per evitare polemiche e migliorare lo spettacolo.
I Sacramento Kings hanno sperimentato per la prima volta la nuova regola. Un loro giocatore, rimasto anonimo, non ha avuto nessun risultato dal test contro il virus. Nonostante il contrattempo, è riuscito comunque a scendere in campo contro i San Antonio Spurs. Coach Luke Walton ha commentato l’accaduto ai microfoni di ESPN:
“Un tampone inconcludente prima o poi accade. Probabilmente succederà nuovamente a qualcun altro mentre saremo qui, ma per fortuna il giocatore è tornato con noi e ora ho tutti a disposizione.”
La NBA utilizzerà il nuovo protocollo per ogni caso simile che si presenterà all’interno della bolla di Orlando.
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