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Risultati NBA: AD travolge Utah e i Lakers chiudono primi a Ovest. Zion trascina NOLA contro Memphis

Sei partite nella notte NBA di Orlando, con la premiata ditta LBJ-AD che si guadagna la copertina del nostro recap grazie alla vittoria che vale ufficialmente il seed #1 ai Playoff. Successi sul filo di lana anche per Raptors e Sixers, mentre i giovani Pelicans battono i giovani Grizzlies e i Nuggets hanno la meglio sui Thunder grazie al solito Jokic e a un super Micheal Porter Jr.

Indiana Pacers 111 – 100 Washington Wizards

Due sere dopo l’exploit da 53 punti, che vale anche il career-high personale, T. J. Warren torna a ripetersi nella magica – almeno per lui – bolla di Orlando con altri 34 punti che valgono la seconda vittoria consecutiva targata Pacers. A farne le spese, questa volta, è toccato ai Wizards, subissati da un parziale di 22-2 fatto registrare da Indiana nel terzo quarto, dopo che i padroni di casa – si fa per dire – erano riusciti a portarsi avanti per 38-31.

https://twitter.com/NBA/status/1290426529240031232

I ragazzi di coach Brooks hanno avuto comunque il merito di non disunirsi dopo la mareggiata, tentando una rimonta poi definitivamente stroncata dal ritorno dei Pacers a cavallo tra il terzo e il quarto periodo di gioco. Oltre ai 34 punti di cui sopra, Warren fa registrare anche 11 rimbalzi e 4 assist, che non guastano mai e fanno di lui il migliore dei suoi insieme a Malcolm Brogdon, autore di 20 punti, 7 rimbalzi e 6 assist. Tra le fila dei Wizards spiccano invece le prove di Thomas Bryant, protagonista con la doppia doppia da 20 punti e 11 rimbalzi, e Jerome Robinson, che chiude con 17 punti in uscita dalla panchina.

Memphis Grizzlies 99 – 109 New Orleans Pelicans

Quei bravi ragazzi di Zion Williamson e Brandon Ingram bastano e avanzano ai Pelicans per avere la meglio sugli altrettanto giovani e talentuosi Grizzlies di Ja Morant, che perde dunque la sfida a distanza con Zion anche per via di una mira decisamente da rivedere, che porta in dote un insufficiente 5-21 dal campo, condito però da 5 rimbalzi e 8 assist. 24 punti a referto invece per Williamson, appena uno in meno per Ingram e i Pels si portano a casa un match, il primo di questa ripartenza, davvero molto combattuto, deciso solo sul finale da un paio di giocate decisive dei sopramenzionati giovanotti terribili.

C’è tempo anche per un piccolo incidente di percorso per l’ex prima scelta assoluta, che si perde la scarpa sinistra dopo un atterraggio maldestro, ma nulla che possa compromettere il successo di New Orleans. Restano ancora a secco di successi invece i Grizzlies, reduci ormai da tre sconfitte in altrettante gare giocate a Orlando. Peccato per quella che fino a qualche mese fa era una delle squadre più in palla della lega, ma niente paura: come diceva Rod Stewart, “Time is on your side”. 22 punti per Jaren Jackson Jr., miglior marcatore dei suoi, doppia doppia da 13 punti e altrettanti rimbalzi per Jonas Valanciunas.

San Antonio Spurs 130 – 132 Philadelphia 76ers

C’è lo zampino di Shake Milton sulla vittoria al fotofinish dei Sixers sugli Spurs, che cadono a un passo dal possibile primato di prima squadra a vincere tre partite nella bolla di Orlando. Partita avvincente ed emozionante, che ha visto i ragazzi di coach Brown portarsi subito in vantaggio di 14 punti nel corso del primo quarto, per poi subire la rimonta dei texani e tornare a rialzare la testa proprio sul finale di gara. Come già anticipato, a piazzare la giocata decisiva è stato Shake Milton, che a 7,2 secondi dal termine del match ha messo a referto 3 dei suoi 16 punti finali con la tripla del sorpasso.

Sul capovolgimento di fronte, poi, Jakob Poeltl ha avuto l’opportunità di riportare gli Spurs avanti, ma sulla sua conclusione ravvicinata ha fatto ottima guardia la difesa dei 76ers, che hanno poi arrotondato il punteggio mandando in lunetta Embiid, autore di 27 punti, 9 rimbalzi e 5 assist dopo i 41 punti rifilati a Indiana. 25 punti per Tobias Harris, solo 8 conditi da 5 assist invece per Ben Simmons. Dall’altra parte, agli Spurs non bastano i 30 punti di DeMar DeRozan e i 24 di Rudy Gay in uscita dalla panchina.

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