Dopo che ieri i giocatori hanno deciso di non scendere sul parquet, iniziando il boicotaggio della NBA, il Board of governors ha indetto una riunione straordinaria. In programma alle 11, sarà in contemporanea con il secondo incontro indetto dall’Associazione giocatori.
Una riunione indetta per far capire come muoversi visto il boicottaggio della NBA da parte dei giocatori, situazione che sta mettendo a rischio il proseguimento della stagione, come riporta Adrian Wojnarowski.
I primi a non giocare sono stati i Milwaukee Bucks, che non hanno lasciato gli spogliatoi per scendere in campo contro i Magic. Alla base di questa scelta, c’è la protesta contro l’ennesimo episodio di violenza da parte della polizia: domenica a Kenosha, Wisconsin, un agente ha sparato sette colpi di pistola a Jacob Blake, cittadino afroamericano.
Non sono scesi in campo i Lakers, Portland e neanche i Thunder insieme ai Rockets: le squadre si sono riunite per parlare della possibilità di fermare la stagione. Lakers e Clippers vorrebbero chiudere qui, ma molte squadre vorrebbero continuare a giocare.
All’incontro hanno partecipato Chris Paul, presidente della NBPA, il suo vice Andre Iguodala, Korver in rappresentanza dei Bucks e Doc Rivers, coach dei Clippers. Presenti, secondo Chris Mannix di Sports Illustrated, anche LeBron insieme a Carmelo Anthony e Lillard.
La sensazione, sempre secondo Mannix, è che le tre partite di ieri non verranno recuperate, nonostante la lega abbia fatto sapere che verranno riprogrammate.
I giocatori hanno parlato della riforma della polizia, del voto e della possibilità di non giocare: alcuni, tra cui LeBron, hanno chiesto ai proprietari di agire a favore del boicottaggio NBA.
Resta da vedere cosa uscirà dal consiglio del Board of governors della NBA, ma il futuro della stagione è molto incerto.
Leggi anche:
NBA, i Bucks vogliono giustizia per Jacob Blake
Lakers e Clippers vogliono fermare la NBA
NBA, i giocatori di Boston e Toronto si incontrano: vogliono boicottare Gara 1