Jimmy Butler è troppo concentrato sul suo presente in maglia Heat per poter pensare a cosa sia andato storto nella passata esperienza a Philadelphia. Recentemente apparso in una puntata di ‘The Athletic‘, l’ex giocatore di Marquette ha comunque ripercorso, seppur brevemente, alcune delle tappe che hanno sancito la sua separazione sportiva dalla Pennsylvania:
“Non volevano che ascoltassi le offerte delle altre franchigie. Volevano cercare di non perdermi, senza però voler estendere il mio contratto al massimo salariale od a qualcosa che si avvicinasse a quella cifra. Nondimeno, non si percepiva un’idea di gioco corale, nitida e studiata per vincere. Non ho rimpianti, non penso a cosa sarebbe successo con Brett Brown o con i compagni. Sono un giocatore degli Heat e mancherei di rispetto ai miei compagni se pensassi egoisticamente al mio passato, anziché guidarli verso il risultato migliore possibile. Sono veramente concentrato su questo percorso di Playoff, devo confessarlo, e sarebbe preoccupante il contrario. Devo dimostrarmi un leader tecnico e comportamentale. Mi fido dei miei compagni ed è per questo motivo che non devo scendere in campo con il desiderio egoistico di segnare 40 punti. Devo coinvolgere i miei ragazzi in attacco, devo indirizzarli in difesa. Si vince solo fidandosi dei propri compagni. La vittoria è un’ossessione, ma va conseguita insieme. Nessuno dirà mai che questa squadra non abbia giocato un basket intraprendente e desideroso di risultati. Il passato non mi tormenta. Venire a Miami è stata la scelta più felice della mia carriera.”
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