Nove volte nell’All-Defensive First Team e pure un premio di miglior difensore dell’anno. Ma se ci fossero stati riconoscimenti annuali per il trash talking, Kevin Garnett ne avrebbe senza alcun dubbio vinti parecchi. Forse troppi. Amava difendere così tanto come amava parlare, dare fastidio, entrare nella testa dell’avversario per destabilizzare e creare confusione. Fortuna per lui che a suo tempo regnasse il tifo, e quindi la baraonda, perché in tempi di pandemia come quelli che stiamo vivendo al giorno d’oggi qualsiasi telespettatore munito di figlio al suo fianco avrebbe dovuto quasi azzerare il volume della televisione.
Lo sappiamo. Le partite di questo fine stagione sono senza spettatori e, di conseguenza, spoglie di qualsiasi rumore. Un trash talking piuttosto sonoro, probabilmente, verrebbe comodamente percepito anche da casa, motivo per cui The Big Ticket ha affermato che il basket della sua era non si sarebbe mai potuto giocare in mezzo al silenzio. Queste le sue parole:
“Voglio essere del tutto onesto: noi non avremmo mai potuto giocare nella bolla. Sapete quante volte ho urlato durante le riprese frasi del tipo “leva questa merda da qui”? Tutti avrebbero potuto sentirmi. Avrebbero avuto un cesto di censure da fare. Non avremmo potuto avere tutte queste telecamere. Era una lega diversa, noi eravamo uomini.”
L’ex numero 5 dei Boston Celtics continua:
“Stavamo sul campo parlando uno con l’altro. Era totalmente diverso e oggi sarebbe stato barbarico. Non avremmo mai potuto trovarci in una situazione come quella di adesso, sarebbe stato caotico. Sarebbe stato molto difficile piazzare i miei toni e quelli dei miei compagni o avversari in una bolla come questa. Eravamo altamente competitivi. Tutti competevano, tutti combattevano contro ogni altro giocatore.”
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